La politica

Emiliano: «Non è detto che mi ricandidi e chiuderei da imbattuto»

Michele De Feudis

Il governatore della Regione Puglia ospite della trasmissione «Metropolis» risponde su vari temi tra i quali le probabilità di una sua ricandidatura

Il centrosinistra d’opposizione esalta la vis pugnandi del governatore Michele Emiliano. Intervenendo all’evento Metropoli, annuncia che sta pensando di non ricandidarsi, ma soprattutto si sofferma sui due grandi temi della politica nazionale: la rottura di Letizia Moratti con il centrodestra lombardo a pochi mesi dalla regionali e l’accelerazione pro trivelle del governo Meloni.

«Quando mi candido - spiega Emiliano -le campagne elettorali le vinco. Siccome non è detto che mi ricandidi potrei chiudere imbattuto, che non è facile». Il riferimento del governatore è al suo quasi ventennio di vittorie: nel 2004 fu eletto sindaco, nel 2009 confermato a Palazzo di città, nel 2015 sostituì Nichi Vendola alla guida della Regione Puglia, incarico che ha riconquistato nel 2020 contro il meloniano Raffaele Fitto.

«Io personalmente non chiuderei la porta all’ipotesi terzo polo e Letizia Moratti - argomenta - perché con un campo più largo potremmo mandare all’opposizione Fratelli d'Italia e Lega alla Regione Lombardia. Sempre meglio che rivedere Fontana». La fuoriuscita dell’ex sindaco di Milano e presidente della Rai dal fronte conservatore è un tema da cavalcare per mostrare le divisioni del centrodestra: «È evidente - puntualizza - che questa rottura nel centrodestra è molto interessante e pesante perché Letizia Moratti è persona di straordinaria personalità. Ho sempre lavorato molto bene con lei, anche quando ha fatto l'assessora alla Salute in Lombardia e ha salvato la Regione».

«Capisco la mossa di Calenda e Renzi - dichiara interpretando la mossa dell’ex premier toscano -. È una mossa intelligente tipicamente renziana, secondo me Calenda l’ha un po’ subita. Adesso il problema è che il Pd della Lombardia è un gruppo importante che governa assieme Beppe Sala e il civismo progressista la città di Milano e hanno un radicamento forte. Ci sono personalità di grande rilievo che non si fanno buttare fuori dal campo con una gomitata perché Renzi si è fatto venire questa idea. Adesso è tutto complicato».

«Trivellare l'Adriatico, che è un mare chiuso, per ricavare il 5-6 % di gas e petrolio è una cosa che fa tanti danni e garantisce pochi vantaggi. Io, invece, faccio un'altra proposta, proviamo a fare un’operazione più grande, proviamo a nazionalizzare tutti i pozzi di petrolio e gas che ci sono sul territorio italiano, rientriamo nel possesso almeno per la durata dell’emergenza e distribuiamo gas e petrolio che, lo sottolineo, sono combustibili ormai fuori dalla storia». «Non mi oppongo alla Meloni, rilancio. Proviamo a fare come la Norvegia, un'azienda di Stato. È chiaro che abbiamo bisogno di una deroga europea», sintetizza Emiliano.

«Senza migranti non esisterebbe l'agricoltura pugliese e credo anche quella italiana. Noi abbiamo bisogno di queste persone però abbiamo bisogni di regolare i flussi. È come con l’acqua, ci serve ma se arriva tutta insieme provoca danni. Il sistema di divieti provoca l’alluvione», conclude.

IL COMMENTO DI ZULLO

«Che Emiliano si ricandidi o meno non è importante ai fini della crescita della Puglia e dei pugliesi. La Puglia ha bisogno di voltare pagina, non solo rispetto al presidente ma alle politiche di Emiliano e la sua maggioranza di centrosinistra": lo sostiene il senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo. «Abbiamo bisogno in Puglia - prosegue - di una rivoluzione politica e culturale che realizzi quello che Emiliano e il centrosinistra non hanno realizzato: riforme nella sanità e nella gestione dei rifiuti, riduzione della tassazione, efficienza nella spesa dei fondi comunitari. Ma soprattutto non faccia quello che hanno fatto loro, sprechi, elargizioni di prebende, mercato delle vacche, clientele, poltrone per candidati nelle loro liste alle regionali e trombati dal popolo elettore».

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