Verso il voto
«Unione popolare vera sinistra. De Magistris come Mélenchon», parla la prof. Marchetti
«Il nostro progetto contro guerra e armi a Kiev»
Laura Marchetti, antropologa e docente universitaria, capolista per Unione popolare alla Camera (proporzionale Taranto) e candidata nell’uninominale di Bari, come è nata la candidatura con il cartello progressista guidato da Luigi de Magistris?
«Nasce da un bisogno di testimonianza. Il momento è terribile, siamo in un punto di svolta per il mondo. La campagna elettorale è una grande occasione pedagogica, nella quale si possono presentare visioni e utopie. Metto la parola al servizio delle idee».
Che sinistra vuole rappresentare?
«Oggi (ieri, ndr) a Roma c’è Jean-Luc Mélenchon, capo dell’opposizione della sinistra in Francia, per un evento con la nostra lista: con la “Nupes”, Nuova unione popolare ecologica e sociale, indica una forma di futuro per la sinistra, una federazione dove ritrovarsi, un luogo dove costituire un fronte vasto nel quale il popolo pensante, non succubo, si ritrova su tematiche pacifiste, sociali e verdi».
Che differenze ci sono tra voi e le altre sinistre, da Letta a Conte e Fratoianni?
«I 5S, che pur hanno fatto cose buone come il “Reddito”, sulla guerra non sono chiari, votano sì all’invio delle armi. E quando Conte era al governo con Salvini ha approvato i decreti anti-immigrati. Il M5S è un partito liquido. UP è per il no alla guerra e all’invio di armi, per la chiusura delle fabbriche d’armi, per il servizio civile internazionale di cooperazione contro razzismo e colonialismo».
Con il Pd?
«I dem hanno voluto perdere queste politiche. Sembra che Letta abbia deciso di far andare per qualche mese la Meloni a Palazzo Chigi per poi fare un governo di unità nazionale, con una narrazione simile alla attuale su guerra e scacchiere geopolitico. Su questi temi troppe ambiguità nel Pd e in chi è loro alleato».
La transizione ecologica?
«Sembra una buona parola, ma bisogna vedere le scelte del Pnrr, adottate da Conte e Draghi. Cosa c’è di ecologico in questo passaggio che esclude un piano dell’energia, richiesta dal movimento ecologista da anni? Cingolani annuncia l’apertura di centrali a carbone, si prendono rigassificatori e centrali nucleari, sottrattosi di democrazia. Dietro la semplificazione, parola retorica, sono venute meno tutte le procedure di controllo ambientale, a partire dalla Via, che consente alle comunità minime forme di controllo. Le energie rinnovabili sono in mano alle multinazionali, non fisseranno obiettivi ecologici se favorite dalla semplificazione».
Si parla di raddoppio Tap.
«Sono contro, sostengo un altro modello di sviluppo, basta dipendenza dal gas. Lo Stato non deve delegare al mercato le trattative sulle energie, con bollette alle stelle grazie anche alla speculazioni».
È de Magistris il Mélenchon italiano?
«Luigi è un federatore, non un leader, ma colui che mette insieme movimenti, associazioni, partiti, individui e valori, come quelli del papa che tuona contro guerra e colonialismo».
La campagna elettorale finora è in sordina: ha in agenda dibattiti a Bari con la Torsi, Bellomo e gli altri candidati?
«Consiglio alla Torsi di non dire che è l’unica donna candidata… Spero che le associazioni ci chiamino per confronti utili non solo ad esibire il curriculum scientifico, ma dove discutere di proposte, e anche della storia personale del proprio impegno politico».