salute

Boom gonorrea giovani e infezioni sessuali in salita in Ue, 'gap test e prevenzione'

Report Ecdc, 'mancanza dati e ostacoli significativi a misure ed esami diagnostici frenano sforzi per contenere epidemie da clamidia a sifilide'

Milano, 19 dic. (Adnkronos Salute) - Le infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) "continuano ad aumentare in tutta l'Unione europea e nello Spazio economico europeo (Ue/See)", segnala un nuovo rapporto pubblicato oggi dall'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che rivela "un panorama complesso di risposte nazionali" e avverte: sebbene la maggior parte dei Paesi abbia adottato strategie, permangono "ostacoli significativi alle misure preventive e ai test, e mancanza di dati", fattori che stanno rendendo più difficoltosi "gli sforzi per contenere epidemie di clamidia, gonorrea e sifilide".

Il rapporto fornisce la prima panoramica completa di come i Paesi europei stanno affrontando l'aumento delle infezioni sessuali e mostra forti aumenti per esempio sulla gonorrea, i cui tassi di notifica hanno avuto un exploit di quasi il 300% in 10 anni, tra il 2014 e il 2023, in alcune popolazioni chiave: gay, bisessuali e uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Ma non solo: incrementi più recenti si sono osservati anche tra i giovani, in particolare tra le donne di età compresa tra 20 e 24 anni, dove "i tassi di notifica della gonorrea sono aumentati di quasi il 200% solo tra il 2021 e il 2023, segnalando l'urgente necessità di risposte nazionali solide e inclusive", ammonisce l'Ecdc.

Sempre secondo il report, 18 dei 29 Paesi che hanno presentato la relazione sulle malattie sessualmente trasmesse dispongono di una strategia o politica nazionale per la prevenzione e il controllo di queste infezioni. La maggior parte si rivolge specificamente alle popolazioni più colpite dalle attuali epidemie, inclusi i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni e gli uomini gay, bisessuali e che hanno rapporti sessuali con uomini. "Tuttavia, molti di questi piani stanno 'invecchiando'", evidenzia l'Ecdc. Solo 10 Paesi hanno aggiornato i propri piani nazionali per le malattie sessualmente trasmissibili negli ultimi 5 anni, "il che significa che molte strategie potrebbero non tenere conto dei cambiamenti comportamentali post-pandemia o delle ultime tendenze epidemiologiche. La mancanza di strategie aggiornate è aggravata da ostacoli significativi per chi cerca assistenza".

In particolare, dettaglia l'Ecdc, "i test sono il fondamento del controllo delle malattie sessualmente trasmissibili, eppure in 13 dei 29 Paesi segnalanti le persone devono ancora sostenere costi diretti per i test di base per queste infezioni. Nei giovani, anche le preoccupazioni relative alla privacy rappresentano un ostacolo, poiché 7 Paesi richiedono ai minori di 18 anni il consenso dei genitori per accedere ai test, scoraggiando potenzialmente gli adolescenti sessualmente attivi dal cercare aiuto. E, ancora, l'Ecdc evidenzia che pochi Paesi raccolgono dati sulla copertura della prevenzione e del trattamento. Nonostante i gravi rischi associati alla sifilide congenita, solo 4 Paesi sono stati in grado di fornire dati sulla percentuale di donne in gravidanza sottoposte a screening per l'infezione.

"Le lacune nella prevenzione sono evidenti anche negli sforzi di vaccinazione - continua l'agenzia con sede a Stoccolma - molti Paesi per esempio hanno politiche per la vaccinazione contro l'Mpox, ma la copertura rimane bassa. I dati mostrano che la percentuale di uomini gay, bisessuali e di altri gruppi che hanno rapporti sessuali con uomini completamente vaccinati contro Mpox è in media solo del 13,2% nei Paesi che hanno presentato i dati". Da qui la raccomandazione: "Le autorità sanitarie pubbliche mantengano alta la vigilanza e garantiscano che la vaccinazione sia accessibile ai soggetti a più alto rischio, alla luce della continua trasmissione di Mpox, inclusa la recente rilevazione di casi del clade Ib acquisiti localmente tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini in Europa.

In generale, l'Ecdc lancia un appello all'azione: "I risultati" del report "sottolineano la necessità di servizi accessibili e risultati misurabili. Per arginare efficacemente queste epidemie, i Paesi sono incoraggiati ad aggiornare le proprie strategie nazionali, rimuovere gli ostacoli ai test e rafforzare i dati di sorveglianza sulle Ist e i dati sulla copertura degli interventi per indirizzare e migliorare gli sforzi di prevenzione".

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