Il punto
Attese e problemi: il nuovo presidente alla prova dei fatti
L'alternanza è il sale della democrazia, l’elemento che tra gli altri la differenzia dalla dittatura o dalle monarchie che succedono a se stesse
La signora del piano di sotto, approfitta di un passaggio in ascensore per chiedermi: «Direttore, so che non si può esporre, ma che ne pensa, finalmente avremo anche in Puglia un po’ di alternanza o siamo ormai condannati a essere una regione rossa come la Toscana o l’Emilia Romagna?»
La domanda non fa una piega. L’alternanza è il sale della democrazia, l’elemento che tra gli altri la differenzia dalla dittatura o dalle monarchie che succedono a se stesse. Ma è inutile negare che le elezioni regionali pugliesi del 2025 sembrano proiettare una vittoria abbastanza sicura per Antonio Decaro e il centrosinistra, con diversi elementi a sostegno: ampia coalizione, sondaggi decisamente in suo favore, e debolezza relativa del centrodestra. Tuttavia, non mancano i rischi: l’astensionismo, la complessità della legge elettorale e la gestione di una coalizione ampia e colma di guerre intestine saranno fattori chiave che potrebbero influenzare la stabilità del governo regionale.
L’alternanza non si costruisce in 40 giorni di campagna elettorale, pur contrassegnati da una massiccia mobilitazione del Governo, presente in forze paradossalmente più che l’opposizione, apparsa vicina a Decaro scrutandone però le mire nazionali, ma con una opposizione ferma e puntuale e con la crescita di una classe dirigente all’altezza dei compiti di governo, in grado di proporsi come realmente alternativa a chi da anni, anzi decenni, detiene le leve del potere. Poi, attenzione, negli ultimi venti anni non è che a Bari ci sono stati i cosacchi, scesi in Puglia ad abbeverarsi di birra n’ dèrr’ a la lanz, né c’è stato un tripudio di bandiere rosse o di festival del cinema oltrecortina. Tutt’altro. Abbiamo visto ex sindaci di centrodestra amministrare enti per conto del centrosinistra e capigruppo di partito passare armi e bagagli dall’altra parte dell’aula del consiglio regionale.
Quindi, quando si discetta di alternanza e continuità, dalle nostre parti occorre farlo con molta cautela perché la coerenza non è certamente tra gli elementi più apprezzabili, al di là del luogocomunismo di facciata per il quale solo gli idioti non cambiano idea, pezza a colori buona per tutte le stagioni politiche e in grado però allo stesso tempo di allontanare i cittadini dalla politica.
Un successo netto del centrosinistra in Puglia potrebbe essere utilizzato come segnale da opporre al governo nazionale (o come banco di prova per alleanze), anche se la Puglia ha una sua specificità territoriale e andrà valutata la partecipazione civica: se l’astensione sarà alta, potrebbe essere la prova di una disillusione elevata verso la politica regionale e così il nuovo governo avrà (pure) il nodo della legittimità da gestire.
Secondo i sondaggi i principali temi di preoccupazione per i pugliesi sono la sanità, il lavoro, i trasporti e la sicurezza. Si tratta di temi che indicano come l’elettorato pugliese non sia solo (o poco) focalizzato su questioni identitarie o ideologiche ma chieda piuttosto risposte su problemi concreti. E sulle scelte concrete attendiamo il prossimo presidente: alla prova dei fatti.