chiave di sol

Per mano del padre: vita e morte di Marvin Gaye

Nicola Morisco

Ha saputo incarnare lo spirito della musica soul caratterizzato per lo stile sensuale debitore del gospel, r&b funk e anche jazz, che aprì la strada ad artisti della musica afro-americana come Stevie Wonder

Sono passati 40anni da quel drammatico 1° aprile del 1984 quando Marvin Gaye, uno dei più grandi e importanti musicisti soul di sempre, venne ucciso con due colpi di pistola da suo padre Marvin Gay Senior (il figlio aveva aggiunto una “e” al cognome di famiglia) durante uno dei tanti violenti litigi in cui erano coinvolti la madre e lo stesso Marvin Jr.. Gaye morì, quindi, il giorno prima del suo quarantacinquesimo compleanno. L’occasione per parlare di questo drammatica vicenda, in cui è decisamente presente una malata convivenza, la offre il tema scelto in questo numero di Icaro, che si basa proprio sul rapporto tra padre e figlio.

Una cultura patriarcale o del padre padrone che si basa su un sistema repressivo e violento, anche se in questi ultimi anni sembra un po’ affievolito, tanto da rimettere in gioco la figura del padre e più in generale dell’uomo. La vita di Marvin Gaye Jr., secondo di quattro figli nati dal pastore evangelico Marvin Sr. e sua moglie Alberta nel 1939, per i primi cinque anni è decisamente normale, compreso la stabilità del rapporto con suo padre.

Marvin Jr. frequenta la Cardozo High School nel quartiere Columbia Heights di Washington, D.C. e, contestualmente, papà Marvin gli insegna a suonare il pianoforte e lo porta a cantare di fronte alla sua congregazione. Ma a casa il padre è rigoroso e autoritario, picchiava regolarmente i figli per le più piccole violazioni, si aspettava che la sua famiglia osservasse un rigido sabato di fine settimana e li picchiava per aver citato male la Bibbia. La carriera da predicatore di Marvin Sr., crolla nei primi Anni ‘50 e inizia una lenta discesa nell’alcolismo che ha solo esacerbato gli abusi che ha inflitto alla sua famiglia. Gli stessi fratelli dicevano che Marvin Jr., aveva ricevuto le punizioni più dure di tutti, come se il papà volesse esercitare una sorta di vendetta nei suoi confronti fino all’età adulta.

Fu più o meno in questo periodo che Gaye scoprì che suo padre era un travestito, che lo portò ad essere vittima insieme ai fratelli di bullismo. Anche se Gaye stava per raggiungere fama e successo in tutto il mondo, suo padre non riusciva a sostenerlo, era quasi invidioso di lui tanto da compiere il gesto estremo e sopprimerlo con una Smith & Wesson calibro 38. Nonostante la sua vita fosse stata segnata da queste tragiche sofferenze, che lo portarono alla depressione, alle insicurezze e al consumo di droga, Gaye è riuscito a diventare un monumento della musica partendo dalla storica etichetta della Motown. Ha saputo incarnare lo spirito della musica soul caratterizzato per lo stile sensuale debitore del gospel, r&b funk e anche jazz, che aprì la strada ad artisti della musica afro-americana come Stevie Wonder. Composizioni rafforzate da testi incentrati sulla politica, l’economia, i conflitti internazionali, l’amore e l’ambiente.

Proprio sull’ambiente, nel 1971, scrisse Mercy mercy me (the ecology), brano che potrebbe essere preso ancora oggi come “inno per l’ambiente”. Una sorta di preghiera, una richiesta di perdono rivolta a Dio in cui Gaye si fa carico della responsabilità di tutti gli uomini della progressiva distruzione dell’ambiente naturale. Veggente? Profeta? No, Marvin era solo attento a quello che gli accadeva intorno e alla violenza degli uomini contro i simili e la natura.

Per la guida all’ascolto di questo numero di “Icaro”, che realizziamo con la complicità di Vito Causarano, titolare del prezioso negozio di dischi “Centro Musica”, vi proponiamo due album pubblicati in quest’ultimo periodo.

Van Morrison
New arrangements and duets
“New arrangements and duets”, uscirà a settembre, è il 46mo album in studio del geniale e monumentale Van Morrison. Il disco propone nuovi arrangiamenti registrati nel 2014 in stile big band a cura di Paul Moran e Chris White e una serie di duetti incisi nel 2018 e 2019 con Kurt Elling, Curtis Stigers, Joss Stone e Willie Nelson (con la partecipazione del figlio Lukas Nelson dei Promise Of The Real), il nuovo album di Van Morrison riscopre alcune delle sue straordinarie composizioni sotto una nuova veste. Imperdibile.

Svaneborg Kardyb
Superkilen
Il duo danese Svaneborg Kardyb, formato da Nikolaj Svaneborg (tastiere) e Jonas Kardyb (batteria), qualche settimana fa ha pubblicato il nuovo album “Superkilen”. Tra influenze folk e jazz scandinavo, il titolo del disco prende il nome da un parco pubblico nel quartiere etnicamente diversificato di Nørrebro a Copenaghen. Questa ex striscia di terreno incolto è stata riadattata dal gruppo artistico Superflex nei primi anni del 2010 per riunire immigrati e gente del posto in un clima di tolleranza e unità. Il titolo sembra emblematico della loro musica, che, con altrettanta inventiva, crea spazio e serenità come tonico nell’ambiente teso e disordinato della vita del 2020. Allo stesso modo in cui il progetto di rigenerazione ha trasformato quel quartiere, gli Svaneborg Kardyb hanno attinto a quell’energia positiva per aiutare a innescare cambiamenti nella loro musica.

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