Un gemellaggio di pace tra Barletta ed Herat nel nome di Eraclio
15 Marzo 2009
di GIUSEPPE DIMICCOLI
«Eraclio per i bimbi di Herat è un vero eroe. Un buon uomo nel quale loro hanno fiducia e nel quale ripongono speranze per vivere in pace. Porterò sempre nel mio cuore i visi sorridenti dei tanti bimbi che ho incontrato e che sorridevano quando raccontavo loro la storia del gigante buono». È questo uno dei tanti ricordi che Alessandro Carone, cognome inequivocabilmente barlettano, da pochi giorni rientrato dopo cinque mesi di permanenza in una missione Isaf al Prt di Herat in Afghanistan.
Alessandro, 47enne architetto e docente di scienze delle costruzioni, attualmente residente a Verona, per i suoi «meriti di solidarietà» ha ricevuto anche dal sindaco di Herat un importante e simbolico ricon oscimento. Il maggiore Alessandro Carone, alpino nei geni suo padre è un generale a riposo, ha ricevuto le chiavi della città per «il suo qualificato contributo fornito all’attività di ricostruzione della città». «Quando ho ricevuto le chiavi della città ho avvertito una grande responsabilità. Conversando con il sindaco ho parlato della mia città di origine Barletta - racconta il professor Carone -. Sarebbe bellissimo se si potesse realizzare un gemellaggio tra le due città nell’ottica della pace e della solidarietà ». Altra operazione culturale «partorita » dal poliedrico Carone è stata l’organizzazione di un ciclo di lezioni per i docenti e studenti dell'Università di Herat tenuti dall’accademico pontificio e «scultore degli angeli» Ernesto Lamagna. «Con l’amico Ernesto che ha una sua opera a Barletta abbiamo realizzato un bel momento di cultura. Nei giorni scorsi ho incontrato il ministro plenipotenziario per l’Afghanistan Sergio Mercuri e il consigliere di legazione Alberto Vecchi con i quali abbiamo stabilito che le opre prodotte ad Herat e le sculture di Lamagna, apriranno il G8 che si terrà a Trieste - ha concluso Carone -. È mio impegno, essendo curatore scientifico, fare in modo che l’arte che esprime la città di Barletta possa trovare una collocazione in questo evento».
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