incontro a bari
Garante privacy «Contro cyberbullismo c'è accordo con la Polizia»
BARI - Sul contrasto al cyberbullismo, «abbiamo siglato in questi giorni un protocollo con la polizia Postale perché possa aiutarci non tanto nei casi consolidati di contenuti lesivi presenti in rete, ma quanto su quelli presenti nei siti stabiliti all’estero, difficilmente raggiungibili e per i quali occorre una quantità di risorse umane e lavoro maggiore di quello che l’Autorità può garantire». Lo ha detto il presidente della Autorità Garante della privacy, Antonello Soro, parlando con i giornalisti a Bari, a margine dell’incontro sul nuovo Regolamento Ue per la tutela dei dati personali, al quale hanno partecipato 1.200 rappresentati della pubblica amministrazione, nell’ambito dei cicli formativi promossi dallo stesso Garante.
«La legge recente, la Ferrara - ha aggiunto - attribuisce al Garante una responsabilità molto importante: quella di essere il soggetto al quale i cittadini, o anche gli stessi minori ultra 14enni, possono rivolgersi per chiedere la rimozione di un contenuto lesivo presente in rete». «Naturalmente - ha concluso - noi ci siamo organizzati per fare interventi tempestivi. La legge affida 48 ore per un compito che non è privo di difficoltà, anche tecniche».
Sottolineando l’esigenza di "bilanciare sempre, in modo proporzionale, il diritto alla sicurezza e quello alla vita privata», il presidente della Autorità Garante della privacy, Antonello Soro, ha spiegato che "abbiamo indicato in più circostanze al legislatore delle modifiche indispensabili, e lo stiamo facendo ancora, perché la sicurezza è un bene prezioso per tutti. Ma la sicurezza che comprime la libertà è una cessione, una rinuncia, una sconfitta rispetto anche alla minaccia terroristica».
«Noi - ha aggiunto - pensiamo esista il principio della proporzionalità. Lo pensiamo noi ma soprattutto lo ha sancito ripetutamente la Corte di Giustizia europea, annullando tutte le misure che gli Stati dell’Unione hanno fatto in passato, contrari a questo principio». «La sicurezza dei cittadini - ha evidenziato Soro - è prima di tutto la sicurezza dei propri dati che corrispondono alle proprie persone. E se noi utilizziamo un trattamento, o facciamo leggi che comprimono le libertà per difendere la sicurezza, stiamo rinunciando alla caratteristica principale delle democrazie». «Che è quella - ha concluso - di bilanciare sempre, in modo proporzionale, il diritto alla sicurezza e quello alla vita privata».