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20 Febbraio 2017
di MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - A partire dall’orario estivo, quindi da giugno, Trenitalia istituirà il treno diretto Bari-Roma richiesto a gran voce dal sindaco del capoluogo, Antonio Decaro. Ma c’è un però. Sul collegamento ferroviario più importante della Puglia arriveranno infatti i famigerati Etr V250, veri e propri «polmoni» costruiti nel 2009, che il gruppo Fs ha dovuto prendere per motivi di politica industriale, molto più lenti degli attuali Etr 485. Insomma: i 25 minuti in meno per l’eliminazione delle fermate intermedie verranno vanificati dalla riduzione della velocità.
L’utilizzo in monoprodotto dei V250 sui collegamenti Roma-Puglia (altri esemplari sono stati destinati alla dorsale Roma-Verona) è stato messo nero su bianco nel piano industriale 2017/2026 presentato dall’ad Renato Mazzoncini, in cui si parla anche dello sviluppo di «nuovi mercati» (il treno diretto Napoli-Bari). Ma ovviamente il documento non racconta la storia di quei convogli. Costruiti da AnsaldoBreda (all’epoca di Finmeccanica, oggi venduta a Hitachi) e venduti all’Olanda e al Belgio, i treni denominati Fyra hanno circolato per appena un mese: a gennaio 2013 sono stati tolti dal servizio per gravi problemi tecnici. Pur trattandosi di elettrotreni con una velocità massima di 250 km all’ora, erano emersi problemi costruttivi.
È finita che AnsaldoBreda ha riacquistato i treni, e che a prenderseli è stata Trenitalia, dopo averli provati a partire dal 2014. Ed ecco che i Fyra - forse proprio da questa estate - sostituiranno gli Etr 485 proprio sulla Lecce-Roma-Bari.
Dando per scontato che i problemi tecnici siano stati superati, la scelta rischia però di provocare allungamenti dei tempi di percorrenza. Il perché lo spiegano i tecnici del settore. Gli Etr 485, comunemente noti come Frecciargento, permettono non solo di percorrere la tratta Caserta-Roma (che fa parte dell’alta velocità) a 250 km l’ora, ma anche di sfruttare al massimo la linea storica Lecce-Caserta grazie all’assetto cassa variabile tipico dei «pendolini», con il loro meccanismo che rende più dolci le curve e che consente di ottenere velocità medie di circa 25 km l’ora in più rispetto ai treni senza assetto variabile come appunto i Fyra (che possono andare a 250 solo sulla linea ad alta velocità).
L’introduzione del Bari-Roma diretto non è ufficiale, ma - per quanto trapela - si dovrebbe trattare di un collegamento mattutino aggiuntivo all’attuale offerta, non si sa se con origine Lecce oppure - cosa possibile - con prosecuzione oltre Roma, per Firenze. Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ne aveva parlato il mese scorso con Mazzoncini, ottenendo una generica disponibilità ad approfondire il tema nonostante le proteste arrivate da Foggia dove il salto della stazione viene considerato un atto di lesa maestà.
Tuttavia la novità dei Fyra pone sotto una luce problematica l’intera operazione. Che senso avrebbe, infatti, introdurre il nuovo collegamento diretto se non comportasse una sensibile riduzione degli attuali tempi di percorrenza (4 ore e 12 minuti)? L’eliminazione dei Frecciargento (che verranno destinati ai collegamenti Roma-Calabria e alla Tirrenica) comporterà un abbassamento della velocità commerciale sull’Adriatica. E dunque un allungamento di 15-20 minuti anche dei tempi di percorrenza delle corse già esistenti.
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Commenti all'articolo
Rallysta74
23 Marzo 2017 - 08:34
Inviterei il giornalista che ha scritto l'articolo a informarsi meglio: i Fyra non sono atti a circolare in Italia se non dopo pesanti lavori di riqualificazione, prima di fine 2018 non pensate di vederli in giro per le ferrovie italiane
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