Nichi Vendola: «Io comunista, gay, cattolico»
ROMA - «Sono stato il simbolo di una somma di minoranze che non si sono poste in termini minoritari. Comunista, gay, cattolico dell'estrema sinistra». Così Nichi Vendola, governatore della Puglia e candidato a segretario di Rifondazione comunista spiega il suo successo in una lunga intervista alla Stampa.
CANDIDATO ALLA GUIDA DI RIFONDAZIONE - «Non è la prima volta che mi trovo ad incarnare il ruolo di chi partecipa a sfide impossibili. Credo sia giusto adattarsi a una condizione completamente nuova come quella di un partito schiantato e mettere a disposizione la mia immagine la cui popolarità è molto oltre il recinto di Rifondazione».
IL PROGETTO DI VELTRONI - «È stato scardinato completamente. L'unico elemento di vittoria è la scomparsa della sinistra. Gli è riuscito il bipolarismo. Ne è valsa la pena?». «Non c'è automatismo tra esito elettorale e leadership di Veltroni - precisa Vendola -. Siamo all'inizio di un percorso insondabile». «Veltroni ha scelto un cammino che lo allontana dalla sinistra».
L'IPOTESI COFFERATI - Dai suoi discorsi «ho tratto un'impressione di superficialità e schematismo. Cofferati è quello dei lavavetri. Ha anticipato, per molti versi, la conversione neomoderata del Pd e la sussunzione di pezzi interi della cultura tipica della destra».
L'ILLUSIONE DELL'ARCOBALENO - «Non c'è stato un commento dell'Arcobaleno alla sconfitta. Prova che l'Arcobaleno non c'era, era un'illusione ottica, una cosa posticcia e artificiosa. Agli elettori siamo apparsi un residuo, un cimelio, un cumulo di velleità e di inefficacia».
IL BERLUSCONISMO - «La favola bella che cuce l'Italia delle mille corporazioni non è una straordinaria operazione ideologica? La sinistra ha offerto un discorso debole e ridondante».
IL VATICANO - «Non posso dire di essere incoraggiato da questo inizio di pontificato. Quello che mi delude soprattutto è l'eccesso di dimestichezza della Chiesa con i poteri temporali. E il suo bisogno di avere successo».