misura anticrisi
Reddito di dignità in Puglia ci sono le regole, ora i bandi
Sostegno alle fasce deboli: cinquecento euro al mese a chi ha redditi inferiori ai 3mila all'anno
di Giuseppe Armenise
BARI - La giunta regionale ha deciso di aggiornare a lunedì la seduta in meriro all’elenco di opere che andranno a finanziamento dopo la cura dimagrande dei Fondi di sviluppo e coesione da parte del governo nazionale a guida Renzi. Dovrebbe essere quella la data ultima per definire le linee strategiche regionali in un piano infrastrutturale partorito nelle ristrettezze dei due miliardi assegnati (su circa sei richiesti a novembre dello scorso anno).
Era girata voce che, all’esito del confronto serrato, durato cinque ore, con i suoi assessori, Emiliano stesse addirittura maturando l’idea di rimandare a Roma il piano nella stessa forma della versione precedente per affermare una volta di più il diritto della Regione a ottenere l’intera posta. Una posizione, questa che avrebbe determinato un ulteriore strappo nel rapporto con il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi. La situazione sarebbe tuttavia rientrata. Da ambienti vicini alla giunta predicano ottimismo sull’accordo che sarà chiuso lunedì.
Sicuramente chiuso invece l’accordo sul regolamento della misura principe del programma di governo di Emiliano. Il governo regionale ha infatti dato il via libera al regolamento del Reddito di dignità: 500 euro al mese per 12 mesi alle famiglie (anche senza figli) con un reddito Isee non superiore ai 3mila euro annui. Un amisura da 70 milioni all’anno per cinque anni. INteresserà 20mila famigli
«Il Reddito di Dignità - ha spiegato Emiliano - è una pietra miliare del nostro programma di governo. Aver approvato in Giunta il regolamento attuativo segna un passo fondamentale nell’iter, il prossimo sarà la pubblicazione degli avvisi pubblici. Stiamo procedendo a ritmo serrato per realizzare questa misura di contrasto alla povertà attesa dai pugliesi».
Il ReD, il Reddito di Dignità, è stato istituito dalla Regione Puglia con la legge n.3 del 14 marzo 2016. Successivamente si sono insediati, presso la Presidenza, gli strumenti di governance della Misura (tavolo di partenariato e cabina di regia interistituzionale) che hanno prodotto il Regolamento approvato. La misura ReD è finanziata da risorse del Bilancio regionale, da risorse del POR (Programma operativo regionale) Puglia 2014- 2020, da risorse Pon (programma operativo nazionale) Inclusione 2014-2020. ReD si coordina con il SIA (Sostegno inclusione attiva) previsto nell’ambito delle politiche nazionali di contrasto alla povertà. In Puglia dunque è prevista un’unica misura, il ReD, che integrerà l’intervento nazionale (SIA) e l’intervento regionale: unica domanda, unica erogazione, unica procedura, unica presa in carico con il patto di inclusione.