Noci, abusivismo edilizio nove indagati tra tecnici e funzionari del Comune
NOCI - Case lì dove erano previste delle cantine; volumi tecnici diventati veri appartamenti di grande superficie con tanto di balconi e rifiniture; un vano scala realizzato in muratura con parete finestrata, anziché in alluminio. Insomma, secondo la Procura di Bari, nella costruzione di una palazzina a ridosso del centro cittadino di Noci qualcuno si sarebbe allargato un po’ troppo, anche cercando, senza averne titolo - ed è questa l’ipotesi investigativa - di beneficiare delle agevolazioni previste dal Piano casa della Regione. Nove persone tra funzionari dell’ufficio tecnico comunale, imprenditori e proprietari degli immobili sono indagati a vario titolo per violazione dei regolamenti edilizi e per la presunta difformità di alcune opere rispetto ai permessi di costruire.
Nei giorni scorsi il pm barese Renato Nitti, al termine di un sopralluogo, ha conferito a un consulente tecnico l’incarico per effettuare i rilievi sul posto. L’esperto ha sessanta di giorni di tempo per rispondere ai quesiti posti dal pm.
Nel registro degli indagati, intanto, è finito mezzo ufficio tecnico del Comune. Si tratta dell’architetto Giuseppe Montanaro, di 58 anni, responsabile del procedimento relativo al rilascio del permesso di costruire e di due responsabili del settore gestione e assetto del territorio a seconda del periodo in cui sono stati rilasciati i vari permessi di costruire finiti al centro dell’inchiesta, ovvero, Giuseppe Gabrieli, di 51 anni e Vitantonio Dell’Erba, di 46 anni.
Nel fascicolo risultano indagati anche Espedito Moliterni, 51 anni, direttore dei lavori relativamente a due permessi di costruire e comproprietario dell’immobile, Mario Liuzzi, legale rappresentante della Limm srl, società titolare dei permessi, proprietaria del suolo e impresa esecutrice dei lavori; Giandomenico Miccolis, direttore dei lavori in relazione a un terzo permesso di costruire; e tre comproprietari dei volumi che, sempre secondo la Procura, inizialmente destinati sarebbero stati trasformati ad uso abitativo.
Nel mirino degli agenti della sezione di polizia giudiziaria della polizia municipale, coordinati dal pm Nitti, c’è in sostanza il recupero di volumi che, in difformità alle norme che regolano l’edilizia e rispetto a quanto previsto dai permessi di costruire, sarebbero diventate vere e proprie abitazioni, lì dove erano previste solo delle cantine. E adesso le verifiche potrebbero spostarsi su altri immobili che hanno usufruito dei bonus volumetrici previsti dal Piano casa.
g. l.
Nei giorni scorsi il pm barese Renato Nitti, al termine di un sopralluogo, ha conferito a un consulente tecnico l’incarico per effettuare i rilievi sul posto. L’esperto ha sessanta di giorni di tempo per rispondere ai quesiti posti dal pm.
Nel registro degli indagati, intanto, è finito mezzo ufficio tecnico del Comune. Si tratta dell’architetto Giuseppe Montanaro, di 58 anni, responsabile del procedimento relativo al rilascio del permesso di costruire e di due responsabili del settore gestione e assetto del territorio a seconda del periodo in cui sono stati rilasciati i vari permessi di costruire finiti al centro dell’inchiesta, ovvero, Giuseppe Gabrieli, di 51 anni e Vitantonio Dell’Erba, di 46 anni.
Nel fascicolo risultano indagati anche Espedito Moliterni, 51 anni, direttore dei lavori relativamente a due permessi di costruire e comproprietario dell’immobile, Mario Liuzzi, legale rappresentante della Limm srl, società titolare dei permessi, proprietaria del suolo e impresa esecutrice dei lavori; Giandomenico Miccolis, direttore dei lavori in relazione a un terzo permesso di costruire; e tre comproprietari dei volumi che, sempre secondo la Procura, inizialmente destinati sarebbero stati trasformati ad uso abitativo.
Nel mirino degli agenti della sezione di polizia giudiziaria della polizia municipale, coordinati dal pm Nitti, c’è in sostanza il recupero di volumi che, in difformità alle norme che regolano l’edilizia e rispetto a quanto previsto dai permessi di costruire, sarebbero diventate vere e proprie abitazioni, lì dove erano previste solo delle cantine. E adesso le verifiche potrebbero spostarsi su altri immobili che hanno usufruito dei bonus volumetrici previsti dal Piano casa.
g. l.