Carovigno, gli abbeveratoi erano diventati... piscine 27 le persone indagate

Proseguono le indagini sulla realizzazione di villette a destinazione abitativa estiva realizzate su terreno agricolo in difformità al piano di fabbricazione di Carovigno. Le ville, tutte sottoposte a sequestro a marzo scorso, sono state realizzate nelle contrade carovignesi di Bufalaria e Serri.

Ventisette le persone indagate ritenute responsabili di avere violato le norme edilizie del Comune di Carovigno. Si tratta di Mario Colucci, 74 anni, di Monopoli; Antonio Roma, 28 anni, nativo di Ceglie Messapica, residente a Carovigno; Antonio Iaia, 58 anni, di Carovigno; Fedele Epifani, 63 anni, di Carovigno; Francesca Fantini, 34 anni, di Forlì; Giorgia Fantini, 42 anni, di Forlì; Federica Bacchi, 47 anni, di Forlì; Leonardo Bacchi, 46 anni, di Forlì; Alberto Aurelio Andreaoli, 65 ani, di Milano; Gioacchino Altamura, 58 anni, di Altamura; Antonello Nessi, 52 anni, nativo di Milano, residente a Buccinasco; Stefania Gastaldo, 52 anni, originaria di Milano, residente a Mogliano Veneto; Gian Paolo Ghelfi Zoboli, 62 anni, di Modena; Elisa Gatti, 62 anni, di Spilamberto, residente a Modena; Giuseppe Antonio Sbano, 36 anni, geometra di Ostuni, residente a Carovigno, progettista e direttore dei lavori di molte delle pratiche edilizie oggetto dell’inchiesta giudiziaria; Giacomo Cicoria, 39 anni, nato a Brindisi, residente a Carovigno; Massimo Lanzillotti, 37 anni, tecnico progettista degli interventi edilizi previsti in due pratiche edilizie; Giuseppe Acquarico, 37 anni, residente a Carovigno, legale rappresentante della Media Edil Srl, esecutrice dei lavori in alcune delle particelle sub judice; Angelo Panettella, 35 anni, ostunese residente a Carovigno, rappresentante della omonima ditta individuale con sede in Carovigno, esecutrice di alcuni lavori; Pasquale Sbano, 30 anni, ostunese residente a Carovigno, rappresentante della ditta individuale omonima, esecutrice di alcuni lavori; Antonio Marrazza, 37 anni, di Carovigno, rappresentante legale della ditta Edilizia Immobiliare, impresa esecutrice di alcuni lavori; Pietro Buongiorno, 64 anni, di Carovigno, titolare della ditta omonomima che ha effettuato lavori nella zone incriminate; e così anche Nicola Greco, 27 anni, di Carovigno, legale rappresentante della Greco&Company; Vito Palasciano, 38 anni, residente a Carovigno, rappresentante legale della Bea Costruzioni Srl; Cosimino Luperti, 54 anni, di Carovigno. E infine Vito Scatigna, 52 anni, di Carovigno, dipendente dell’Ufficio tecnico del Comune di Carovigno, responsabile dei procedimenti edilizi al centro dell’inchiesta giudiziaria, e Vito Sacchi, 52 anni, di Carovigno, dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Carovigno, firmatario di alcune dlle pratiche dilizie.

L’elenco delle persone iscritte nel registro degli indagati si ferma qui. Ma, a quanto pare, ce ne sarebbero altre che al momento non sono note.

Nel capo di imputazione mosso dal sostituto procuratore Marco D’Agostino, viene riportato: «indagati per avere, ciascuno nella qualità sopra indicata, in concorso tra loro, predisposto in contrada Bufalaria e in località Serri, agro di Carovigno, una trasformazione urbanistica del territorio mediante acquisto e vendita di una serie di lotti di terreno censiti ai fogli di mappa 35 e 46 del catasto dei terreni di Carovigno e la successiva edificazione su di essi di manufatti, destinati univocamente, per caratteristiche costruttive, per i materiali utilizzati e per la predisposizione di arredi e rifiniture di pregio, a residenze estive, in violazione delle prescrizioni del Programma di fabbricazione di Carovigno (che classifica l’area interessata come “zona per attività primaria del tipo B2, destinata prevalentemente all’esercizio di attività agricole dirette o connesse con l’agricoltura, le foretse, la caccia, e consente costruzioni a servizio diretto dell’agricoltura o adibite alla conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli o annesse ad aziende agricole o allevamenti industriali, con indice di fabbricabilità fondiaria di 0,05 mc/mq, di cui 0,03 destinati a residenza e 0,02 destinati a deposito agricolo) e degli stessi permessi di costruire rilasciati dall’Ufficio tecnico di Carovigno, tutti relativi a residenze con annessi depositi attrezzi agricoli o fabbricati di carattere rurale».

Le indagini sono state svolte dagli agenti del Corpo forestale. Stando alle ipotesi accusatorie laddove potevano sorgere costruzioni destinate ad attività agricole erano sorte ville con piscina. I forestali accertano pure che «tutti i proprietari dei fabbricati sono privi della qualifica di imprenditore agricolo o coltivatore diretto e sono residenti in città fuori regione», che sono «sempre gli stessi tecnici progettisti e direttori dei lavori, il responsabile della pratica presso l’Utc di Carovigno e le ditte esecutrici dei lavori», e infine «appare analogo il modus operandi nella realizzazione dei lavori, attraverso la presentazione di una prima richiesta di pratica di costruzione, successive Dia o varianti in corso d’opera per modificare degli spazi interni e distributivi, ed ancora richieste di “cambio di destinazione d’uso” delle vasche per la raccolta dell’acqua in piscine (elementi sintomatici della illegittima variazione della effettiva destinazione d’uso dell’area, in contrasto con quella prescritta dallo strumento urbanistico)».

 

[piero argentiero]

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