Circeo - «È il cadavere di Ghira»

ROMA - È di Andrea Ghira il corpo del legionario sepolto a Melilla. È quanto risulta dall'esame del Dna disposto dalla Procura di Roma.
La conferma che i resti sepolti in Marocco, nell'enclave spagnola di Melilla, fossero di Ghira è venuta da una nota della Procura di Roma firmata dal procuratore Giovanni Ferrara, dal procuratore distrettuale antimafia Italo Ormanni e dal sostituto Giuseppe De Falco.
Nella nota si spiega che «sono stati completati gli esami di laboratorio sui reperti della salma tumulata nel cimitero di Melilla dai quali era stato isolato il Dna. Tale risultato -spiegano gli inquirenti- è stato successivamente posto a confronto con il Dna estratto dai reperti organici prelevati dalla madre e dal fratello di Ghira».
Gli esami di laboratorio comparativi eseguiti dalla dottoressa Carla Vecchiotti nei laboratori dell'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza, diretto dal professore Arbarello, hanno dunque consentito di accertare in maniera concludente che il Dna isolato dal reperto era quello di Andrea Ghira.
Ghira era ricercato perché condannato per il massacro del Circeo (1975). Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira in una villa seviziarono Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. La Lopez venne uccisa, Colasanti si finse morta. I due corpi vennero rinchiusi nel bagagliaio di una Fiat 127 e l'auto lasciata dagli assassini in via Pola, a Roma. I lamenti della Colasanti attirarono l'attenzione di alcuni passanti che fecero intervenire le forze dell'ordine. Lei è stata la teste-chiave del processo.

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