Ferrovie Sud Est inchiesta per truffa Nei guai lA.D. Fiorillo
di GIOVANNI LONGO
e MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Venticinque carrozze Silberling, acquistate di seconda mano in Germania e ristrutturate presso la Gredelj di Zagabria per adattarle all’utilizzo sulla rete delle Ferrovie Sud-Est. Una operazione da 22,5 milioni, effettuata - a quanto pare - attraverso un intermediario polacco e finita nel mirino dei militari del Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale della Guardia di finanza. L’ipotesi è che il costo della fornitura, finanziata con fondi ministeriali, sia stato in qualche modo gonfiato. Per questo il sostituto procuratore presso il Tribunale di Bari Isabella Ginefra ha iscritto nel registro degli indagati almeno 5 persone. Tra loro (insieme a tecnici e dirigenti della società) c’è anche l’amministratore delle Ferrovie Sud-Est, l’avvocato Luigi Fiorillo.
L’ipotesi investigativa, svelata a metà luglio da un avviso di proroga dell’inchiesta, è la truffa ai danni dello Stato: secondo una perizia commissionata dalla Procura di Bari, infatti, il valore reale dell’operazione (acquisto delle carrozze, re vamping ossia la ristrutturazione, consegna e messa in esercizio) sarebbe inferiore di almeno 3 milioni di euro a quanto le Sud-Est hanno effettivamente pagato. Il fascicolo, per quanto è stato possibile apprendere nello strettissimo riserbo mantenuto dagli inquirenti, è nato a seguito di una segnalazione dell’Agenzia dell’Entrate, che tra il 2009 e il 2010 avrebbe rilevato la vendita delle carrozze e il loro successivo trasferimento dalla Germania alla Croazia in regime di esenzione Iva. Un problema fiscale, che si sarebbe però rivelato marginale rispetto a quello oggetto dell’inchiesta.
Lo scorso anno i finanzieri hanno eseguito numerose acquisizioni documentali, anche per rogatoria, con lo scopo di ricostruire il percorso e la «storia» delle carrozze comprate di seconda mano. Le «fiamme gialle» hanno anche compiuto verifiche bancarie sul conto di numerose persone, non necessariamente indagate. Adesso, con la perizia chiesta dal Pm Ginefra in mano, l’inchiesta potrebbe entrare in una nuova fase: seguire cioè la pista dei soldi, risalendo tutti i vari passaggi dell’operazione per capire come è stato utilizzato il finanziamento ministeriale. Le Ferrovie Sud-Est, con i loro 474 km di linea costituiscono la più lunga rete «privata» d’Italia: sono di proprietà dello Stato, che ha recentemente dato l’assenso al trasferimento della concessione alla Regione, un tema su cui sono in corso verifiche patrimoniali e tentativi di accordo politico. Negli ultimi anni le Sud-Est hanno effettuato una lunga serie di acquisti di carrozze e motrici, allo scopo di ammodernare il parco rotabile che serve la parte centro-meridionale della Puglia.
e MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Venticinque carrozze Silberling, acquistate di seconda mano in Germania e ristrutturate presso la Gredelj di Zagabria per adattarle all’utilizzo sulla rete delle Ferrovie Sud-Est. Una operazione da 22,5 milioni, effettuata - a quanto pare - attraverso un intermediario polacco e finita nel mirino dei militari del Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale della Guardia di finanza. L’ipotesi è che il costo della fornitura, finanziata con fondi ministeriali, sia stato in qualche modo gonfiato. Per questo il sostituto procuratore presso il Tribunale di Bari Isabella Ginefra ha iscritto nel registro degli indagati almeno 5 persone. Tra loro (insieme a tecnici e dirigenti della società) c’è anche l’amministratore delle Ferrovie Sud-Est, l’avvocato Luigi Fiorillo.
L’ipotesi investigativa, svelata a metà luglio da un avviso di proroga dell’inchiesta, è la truffa ai danni dello Stato: secondo una perizia commissionata dalla Procura di Bari, infatti, il valore reale dell’operazione (acquisto delle carrozze, re vamping ossia la ristrutturazione, consegna e messa in esercizio) sarebbe inferiore di almeno 3 milioni di euro a quanto le Sud-Est hanno effettivamente pagato. Il fascicolo, per quanto è stato possibile apprendere nello strettissimo riserbo mantenuto dagli inquirenti, è nato a seguito di una segnalazione dell’Agenzia dell’Entrate, che tra il 2009 e il 2010 avrebbe rilevato la vendita delle carrozze e il loro successivo trasferimento dalla Germania alla Croazia in regime di esenzione Iva. Un problema fiscale, che si sarebbe però rivelato marginale rispetto a quello oggetto dell’inchiesta.
Lo scorso anno i finanzieri hanno eseguito numerose acquisizioni documentali, anche per rogatoria, con lo scopo di ricostruire il percorso e la «storia» delle carrozze comprate di seconda mano. Le «fiamme gialle» hanno anche compiuto verifiche bancarie sul conto di numerose persone, non necessariamente indagate. Adesso, con la perizia chiesta dal Pm Ginefra in mano, l’inchiesta potrebbe entrare in una nuova fase: seguire cioè la pista dei soldi, risalendo tutti i vari passaggi dell’operazione per capire come è stato utilizzato il finanziamento ministeriale. Le Ferrovie Sud-Est, con i loro 474 km di linea costituiscono la più lunga rete «privata» d’Italia: sono di proprietà dello Stato, che ha recentemente dato l’assenso al trasferimento della concessione alla Regione, un tema su cui sono in corso verifiche patrimoniali e tentativi di accordo politico. Negli ultimi anni le Sud-Est hanno effettuato una lunga serie di acquisti di carrozze e motrici, allo scopo di ammodernare il parco rotabile che serve la parte centro-meridionale della Puglia.