Paesaggio, vincolato tutto il centro di Bari Materiali e tecniche, le regole
di NICOLA PEPE
BARI - Dal tipo di pittura per tinteggiare una parete, alla qualità del materiale per gli infissi, fino al cemento da impiegare. Per alcuni ci sarà il rischio di un blocco generale, per altri si tratta di un «affinamento» di regole già esistenti. L’unica certezza è che da oggi un operaio «sospeso» su un ponteggio potrebbe essere considerato un «nemico». Il lavoro è durato più di un anno (anche se era atteso da più di sette), ma alla fine il provvedimento - sollecitato dalla Direzione regionale dei Beni culturali nel 2005 e nel 2010 - è arrivato. La Regione ha infatti avviato la procedura di sottoposizione a vincolo paesaggistico di quattro quartieri cittadina: dai «centrali» Bari vecchia e Murat, ai confinanti «Libertà» e «Madonnella». La determina del servizio assetto del territorio della Regione è pubblicata da alcuni giorni all’albo pretorio del Comune e lì vi rimarrà per 90 giorni, come previsto dal Codice dei beni culturali. Una piccola rivoluzione, quella messa in atto, perchè cambierà la vita di non meno di 150mila persone distribuite su un’area di 350 chilometri quadrati.
Il perché è presto detto. Se fino a ieri era possibile fare interventi senza grandi problemi, ora non è detto che tali lavori - soprattutto sulla facciate - non si potranno fare ma andranno osservate procedure scrupolose, tra cui la richiesta di autorizzazione paesaggistica. Cominciamo col dire che la procedura prevista dalla norma, oltre ai 90 giorni di «affissione» all’albo pretorio, ne prevede altri 30 per le osservazioni per arrivare al provvedimento della giunta regionale nei successivi due mesi. Nel frattempo, e questo è un dato che farà riflettere e discutere, si attivano le procedure di salvaguardia previste dalla stesso codice dei beni culturali: per intenderci, prima di mettere mano - anche se il vincolo non è definitivo - bisognerà agire con prudenza o addirittura non «movimentare» neanche un po’ di calce.
La stessa legge consente di indire la cosiddetta «inchiesta pubblica» procedura di consultazione che si attiva su richiesta dei Comuni (cosa giò avvenuta, come riferiamo a parte) e cui partecipano anche le associazioni portatrici di interessi collettivi. Pareri di cui la Regione dovrà tener conto nella stesura dell’atto finale che dovrebbe arrivare entro la primavera prossima.
Dunque, la fascia di vincolo comprende i quattro quartieri e la fascia di mare prospicente il lungomare Nazario Sauro, il lungomare Araldo di Crollalanza e Imperatore Augusto. L’area è delimitata da una linea rossa all’intern della quale, appunto, cambierà la vita. In tale perimetro è ricompreso anche il provvedimento di tutela panoramica «Zona costiera e Camera di commercio» approvato dalla commissione nel 1971: per intenderci, si tratta di quell’atto - mai confluito in un provvedimento finale e ora ripescato - tirato in ballo per vietare il posizionamento di alcune unità esterne di condizionamento, per cui il Tar ha accolto il ricorso dei cittadini multati («il vincolo non esiste», è stato il parere dei giudici).
La linea del lungomare - secondo la commissione che ha redatto la proposta di vincolo - costituisce elemento di connessione tra l’architettura medievale della città vecchia, quella ottocentesca del borgo murattiano, fino all’architettura dei primi del Novecento. Tutti elementi che hanno in comune gli isolati che delimitano le varie zone. Ma dalla Soprintendenza, che è stata parte attiva nel procedimento, hanno già fatto sapere che si tratta di un cosiddetto «vincolo vestito» nel quale, cioè, non ci sono divieti (o non solo quelli) ma anche prescrizioni con cui eseguire determinati lavori nel rispetto della tutela del patrimonio artistico. Già da oggi, però, potrebbero sorgere i primi problemi vista la disposizione di salvaguardia che scatta in tutto il territorio interessato.
BARI - Dal tipo di pittura per tinteggiare una parete, alla qualità del materiale per gli infissi, fino al cemento da impiegare. Per alcuni ci sarà il rischio di un blocco generale, per altri si tratta di un «affinamento» di regole già esistenti. L’unica certezza è che da oggi un operaio «sospeso» su un ponteggio potrebbe essere considerato un «nemico». Il lavoro è durato più di un anno (anche se era atteso da più di sette), ma alla fine il provvedimento - sollecitato dalla Direzione regionale dei Beni culturali nel 2005 e nel 2010 - è arrivato. La Regione ha infatti avviato la procedura di sottoposizione a vincolo paesaggistico di quattro quartieri cittadina: dai «centrali» Bari vecchia e Murat, ai confinanti «Libertà» e «Madonnella». La determina del servizio assetto del territorio della Regione è pubblicata da alcuni giorni all’albo pretorio del Comune e lì vi rimarrà per 90 giorni, come previsto dal Codice dei beni culturali. Una piccola rivoluzione, quella messa in atto, perchè cambierà la vita di non meno di 150mila persone distribuite su un’area di 350 chilometri quadrati.
Il perché è presto detto. Se fino a ieri era possibile fare interventi senza grandi problemi, ora non è detto che tali lavori - soprattutto sulla facciate - non si potranno fare ma andranno osservate procedure scrupolose, tra cui la richiesta di autorizzazione paesaggistica. Cominciamo col dire che la procedura prevista dalla norma, oltre ai 90 giorni di «affissione» all’albo pretorio, ne prevede altri 30 per le osservazioni per arrivare al provvedimento della giunta regionale nei successivi due mesi. Nel frattempo, e questo è un dato che farà riflettere e discutere, si attivano le procedure di salvaguardia previste dalla stesso codice dei beni culturali: per intenderci, prima di mettere mano - anche se il vincolo non è definitivo - bisognerà agire con prudenza o addirittura non «movimentare» neanche un po’ di calce.
La stessa legge consente di indire la cosiddetta «inchiesta pubblica» procedura di consultazione che si attiva su richiesta dei Comuni (cosa giò avvenuta, come riferiamo a parte) e cui partecipano anche le associazioni portatrici di interessi collettivi. Pareri di cui la Regione dovrà tener conto nella stesura dell’atto finale che dovrebbe arrivare entro la primavera prossima.
Dunque, la fascia di vincolo comprende i quattro quartieri e la fascia di mare prospicente il lungomare Nazario Sauro, il lungomare Araldo di Crollalanza e Imperatore Augusto. L’area è delimitata da una linea rossa all’intern della quale, appunto, cambierà la vita. In tale perimetro è ricompreso anche il provvedimento di tutela panoramica «Zona costiera e Camera di commercio» approvato dalla commissione nel 1971: per intenderci, si tratta di quell’atto - mai confluito in un provvedimento finale e ora ripescato - tirato in ballo per vietare il posizionamento di alcune unità esterne di condizionamento, per cui il Tar ha accolto il ricorso dei cittadini multati («il vincolo non esiste», è stato il parere dei giudici).
La linea del lungomare - secondo la commissione che ha redatto la proposta di vincolo - costituisce elemento di connessione tra l’architettura medievale della città vecchia, quella ottocentesca del borgo murattiano, fino all’architettura dei primi del Novecento. Tutti elementi che hanno in comune gli isolati che delimitano le varie zone. Ma dalla Soprintendenza, che è stata parte attiva nel procedimento, hanno già fatto sapere che si tratta di un cosiddetto «vincolo vestito» nel quale, cioè, non ci sono divieti (o non solo quelli) ma anche prescrizioni con cui eseguire determinati lavori nel rispetto della tutela del patrimonio artistico. Già da oggi, però, potrebbero sorgere i primi problemi vista la disposizione di salvaguardia che scatta in tutto il territorio interessato.