Calcio&Mafia - Bufera per Avellino e Salernitana
NAPOLI - La guardia di finanza di Napoli ha eseguito il sequestro preventivo della società calcistica U.S. Avellino e del 50 per cento della Salernitana sport spa, oltre che di due altre società non sportive. La misura cautelare è stata emessa dal tribunale del Riesame di Salerno.
Secondo le indagini condotte dai finanzieri del Gico di Napoli, l'intera proprietà dell'Avellino e il 50% della Salernitana erano state fittiziamente intestate ad Aniello Aliberti - presidente della squadra di Salerno - al fine di eludere la legislazione antimafia relativa al «socio occulto» Pasquale Casillo, già imputato per associazione a delinquere di tipo camorristico.
La misura cautelare è giunta al termine delle indagini - avviate nel 2002 dalla procura della Repubblica di Nola, e successivamente coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno - legate alla denuncia presentata da Aliberti per presunte attività estorsive di Casillo ai suoi danni.
Il Gico di Napoli ha ricostruito i passaggi di proprietà avvenuti nelle quote azionarie di Avellino e Salernitana, avvalendosi anche di intercettazioni telefoniche e perquisizioni, nelle sedi degli indagati e delle società. Tutto ciò, secondo gli investigatori, ha fatto emergere il ruolo di socio occulto rivestito da Casillo nelle società calcistiche e la fittizia intestazione ad Aliberti di quote ed azioni di fatto nella disponibilità di Casillo. Le indagini proverebbero anche l'avvenuto pagamento da parte di Aliberti di consistenti somme di denaro (circa 9 miliardi di vecchie lire) a favore di Casillo, in attuazione dei preesistenti accordi fiduciari.
Rispetto al periodo cui si riferisce l'indagine, l'Avellino (promosso quest'anno in serie B) è stato interamente rilevato, l'anno scorso, dagli imprenditori Marco e Massimo Pugliese; la Salernitana sport spa, di cui è sempre titolare Aliberti, non è stata iscritta al prossimo campionato di B per problemi di bilancio, e dunque si sta lavorando, attraverso le procedure del lodo Petrucci, alla nascita di una nuova compagine societaria in città che riparta dalla serie inferiore.
Secondo le indagini condotte dai finanzieri del Gico di Napoli, l'intera proprietà dell'Avellino e il 50% della Salernitana erano state fittiziamente intestate ad Aniello Aliberti - presidente della squadra di Salerno - al fine di eludere la legislazione antimafia relativa al «socio occulto» Pasquale Casillo, già imputato per associazione a delinquere di tipo camorristico.
Il Gico di Napoli ha ricostruito i passaggi di proprietà avvenuti nelle quote azionarie di Avellino e Salernitana, avvalendosi anche di intercettazioni telefoniche e perquisizioni, nelle sedi degli indagati e delle società. Tutto ciò, secondo gli investigatori, ha fatto emergere il ruolo di socio occulto rivestito da Casillo nelle società calcistiche e la fittizia intestazione ad Aliberti di quote ed azioni di fatto nella disponibilità di Casillo. Le indagini proverebbero anche l'avvenuto pagamento da parte di Aliberti di consistenti somme di denaro (circa 9 miliardi di vecchie lire) a favore di Casillo, in attuazione dei preesistenti accordi fiduciari.
Rispetto al periodo cui si riferisce l'indagine, l'Avellino (promosso quest'anno in serie B) è stato interamente rilevato, l'anno scorso, dagli imprenditori Marco e Massimo Pugliese; la Salernitana sport spa, di cui è sempre titolare Aliberti, non è stata iscritta al prossimo campionato di B per problemi di bilancio, e dunque si sta lavorando, attraverso le procedure del lodo Petrucci, alla nascita di una nuova compagine societaria in città che riparta dalla serie inferiore.