Omicidio Sarah Scazzi «28 agosto Sabrina disse bevo per dimenticare»
TARANTO – Al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana (Taranto) uccisa il 26 agosto 2010, la Corte di Assise di Taranto si è riservata di decidere su due richieste avanzate rispettivamente dalla Procura e dalla difesa di Sabrina Misseri, quest’ultima – cugina di Sarah - accusata del delitto insieme alla madre, Cosima Serrano. La Procura ha chiesto l’acquisizione di un video contenente un’intervista rilasciata da Concetta Serrano il 27 maggio 2011 alla trasmissione 'Quarto gradò, e un altro video realizzato con un cellulare che ritrae Sarah a San Pancrazio Salentino qualche giorno prima del suo ritorno ad Avetrana, nell’agosto 2010.
La difesa di Sabrina Misseri ha invece chiesto alla Corte di acquisire la comunicazione che i carabinieri della Stazione di Avetrana inviarono il 26 agosto 2010 alla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Taranto e alla Procura della Repubblica di Taranto, relativa alla scomparsa di Sarah.
ORE 11:03 - LE TESTIMONIANZE DEGLI INVESTIGATORI
Il 26 agosto 2010 Concetta Serrano si presentò alle 15-15.15 alla caserma dei carabinieri di Avetrana (Taranto) per denunciare la scomparsa della figlia Sarah Scazzi. La donna poi rientrò a casa per prendere alcune foto della ragazzina e la denuncia venne formalizzata intorno alle 17-17,20. Lo ha riferito il comandante della Stazione dei carabinieri di Avetrana, maresciallo Fabrizio Viva, durante la deposizione al processo per l’omicidio della quindicenne.
Più tardi, sempre in caserma, intorno alle 18.30, il maresciallo chiese a Sabrina Misseri se la cugina Sarah avesse un diario. “Sabrina – ha detto Viva – mi disse che non lo sapeva e che avrebbe visto. Il 31 agosto vennero acquisiti cinque agende e un quaderno di Sarah”. Alla deposizione di Viva è seguita quella di un altro carabiniere in servizio alla Stazione carabinieri di Avetrana.
ORE 12:06 - TESTIMONE: MICHELE MI DISSE 'TROVATO IL CELLULARE MI ACCUSERANNO'
«Quando trovò un telefonino in campagna, che poi scoprimmo era quello di Sarah, Michele Misseri si mostrò preoccupato per le impronte lasciate sul cellulare e diceva 'non è che ora mi accusano di qualcosa?'»: lo ha riferito il brigadiere dei carabinieri Biagio Blaiotta, in servizio alla Stazione di Avetrana (Taranto), che ha testimoniato al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, in corso a Taranto. Michele Misseri, ha aggiunto il carabiniere, disse più volte anche di 'sentirè che quel telefonino era di Sarah. La circostanza è stata confermata successivamente anche dal responsabile della Protezione civile di Avetrana, Giovanni Risi, presente quando Michele Misseri consegnò il telefonino agli investigatori.
ORE 14:44 - «SARAH ARRIVO' A CASA DI SABRINA ED ERA TRISTE»
Il 26 agosto 2010, giorno in cui venne uccisa, Sarah Scazzi arrivò a casa della cugina Sabrina Misseri, che l’aveva chiamata al telefono, poco dopo le 9 e «aveva la faccia triste, il viso all’ingiù e non salutò, contrariamente a quello che faceva di solito, sedendosi su un divanetto a maneggiare il cellulare».
Lo ha dichiarato una testimone, Anna Pisanò, al processo per l’omicidio della quindicenne di Avetrana. La Pisanò è uno dei principali testi dell’accusa. La teste quella mattina era a casa di Sabrina per un trattamento estetico. «Chiesi a Sarah se stesse male, ma lei non mi rispose – ha aggiunto – e Sabrina mi disse 'Lasciala stare'. Sabrina guardava praticamente sempre Sarah quella mattina, a me sembrava che volesse farle capire di non parlare. Andai via dopo 15-20 minuti».
ORE 15:00 - «SABRINA MI DISSE: ANCHE IO AVREI CONFESSATO»
«La sera del 6 ottobre 2010 capii dalla tv che Michele Misseri aveva confessato il delitto. Ero in casa di mia figlia, che abitava di fronte ai Misseri. Vidi Sabrina uscire, mi avvicinai e lei mi disse 'L'hanno incastrato, l'hanno incastratò. Poi aggiunse 'anche io dopo sette ore sotto torchio avrei detto di averla uccisa e dove l’ho messa, dopo sette ore ti viene quella cosa di dire la verità e farla finita, ma non l’ho fatto e si mise a piangere». Lo ha dichiarato Anna Pisanò, ex amica di Sabrina, testimoniando al processo per il delitto di Avetrana. Durante la deposizione della Pisanò Sabrina Misseri è più volte scoppiata in lacrime.
ORE 15:24 - «SABRINA DISSE SONO IN BIRRERIA PER DIMENTICARE»
La sera del 28 agosto 2010, due giorni dopo la scomparsa di Sarah, Vanessa Cerra, figlia di Anna Pisanò, ex amica di Sabrina Misseri, appartandosi con il fidanzato vicino al palazzetto dello sport di Avetrana sentì qualcosa simile a lamenti umani provenire dalla campagna e telefonò a Sabrina. Quest’ultima rispose che si trovava in birreria «per dimenticare». La circostanza è stata riferita da Anna Pisanò durante la testimonianza al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi.
Sabrina quella sera, ha aggiunto la Pisanò, arrivò più tardi accompagnata da un’amica, Mariangela Spagnoletti, e dopo che la Cerra aveva chiamato i carabinieri. «Sabrina commentò il fatto dicendo 'avete visto troppi film', e poi disse che Sarah secondo lei era stata rapita da parenti del padre di Sarah che stanno a San Pancrazio Salentino».
«Non ho mai visto Sabrina veramente addolorata per la scomparsa di Sarah, mai vista vera sofferenza. Anche qualche giorno dopo la scomparsa mi disse che, secondo lei, Sarah era morta. Il giorno del funerale fu lei a dirmi che si era riavvicinata sentimentalmente ad Ivano Russo. Rimasi così, le feci gli auguri». Lo ha detto una ex amica di Sabrina, Anna Pisanò, al processo per l’omicidio della quindicenne di Avetrana.
La Pisanò è uno dei principali testimoni d’accusa al processo, che vede accusate del delitto Sabrina Misseri e la madre, Cosima Serrano.
ORE 16:03 - «COSIMA DISSE: SE SABRINA OMICIDA, 30 ANNI GALERA»
«Partecipavo ad una raccolta di firme ad Avetrana per far intensificare le ricerche di Sarah. Ma spesso, bussando a casa delle persone, queste mi rispondevano 'chiedilo a Sabrina Misseri, che lei lo sà. Lo dissi a Sabrina e lei mi rispose: 'secondo te io la uccidevo, la affogavo, la violentavo?' e la madre Cosima allora disse: 'se Sabrina l’ha uccisa, 30 anni si deve fare, ma il corpo di Sarah viva o morta deve uscire». Lo ha riferito il teste Anna Pisanò, ex amica di Sabrina Misseri, durante la deposizione al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi.
«Io dissi a Sabrina – ha aggiunto Pisanò – di non credere alle parole della gente».
ORE 16:10 - «FIORAIO DISSE A MIA FIGLIA: HO VISTO SARAH SCAPPARE»
«Alla fine di settembre 2010 mia figlia Vanessa mi riferì che una persona le aveva detto di aver visto il 26 agosto precedente Sarah correre in strada, verso la scuola Briganti, seguita dall’auto di Cosima, che scese, l'afferrò per i capelli e la buttò in macchina». Lo ha detto il teste Anna Pisanò, la cui audizione è in corso al processo per il delitto di Avetrana.
«Vanessa – ha aggiunto – non mi volle dire chi fosse quella persona, perchè le aveva detto che l’avrebbero scambiato per uno che si inventa le cose o aveva sognato. Io poi capii che quella persona era il fioraio da cui mia figlia lavorava, Giovanni Buccolieri, e quando lo dissi a Vanessa lei me lo confermò».
«Vanessa allora – ha continuato Anna Pisanò – mi riferì anche che il fioraio le aveva motivato così il suo comportamento: 'Se fosse stata mia figlia avrei fatto diversamente, ma siccome non è mia figlia non voglio entrare in questa storià». La circostanza venne poi riferita da Vanessa ai carabinieri, mentre il fioraio, dopo averla confermata agli inquirenti, due giorni dopo ritrattò dicendo che aveva sognato tutto. Per questo motivo la posizione di Buccolieri è stata stralciata e l’uomo è indagato in procedimento connesso per false informazioni al pm. Durante la deposizione di Anna Pisanò anche Cosima Serrano in qualche circostanza, così come la figlia Sabrina, non ha trattenuto le lacrime.
ORE 19:33 - CONCLUSA UDIENZA
Con l’audizione della testimone Anna Pisanò, durata oltre quattro ore, si è conclusa poco fa l'udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. In chiusura di udienza la difesa di Sabrina Misseri ha chiesto alla Corte di Assise l’acquisizione di un telefonino di Anna Pisanò nella quale sono contenuti messaggi da lei scambiati con Valentina Misseri, primogenita della famiglia, dopo l’arresto di Sabrina (15 ottobre 2010), e di quello della stessa Valentina. Accusa e difesa hanno chiesto anche la trascrizione del contenuto dei messaggi.
Sempre la difesa di Sabrina ha chiesto anche l’acquisizione di tutti i tabulati telefonici del cellulare della Pisanò dal 20 ottobre 2010 al 31 maggio 2011. La Corte di Assise si è riservata di decidere sulle richieste.
La teste Pisanò ha consegnato alla Corte il cellulare in questione, che – aveva già detto durante la deposizione – aveva portato con sè in borsetta. La prossima udienza è stata fissata per il 15 maggio, quando verranno ascoltati altri quattro testimoni.
ORE 11:03 - LE TESTIMONIANZE DEGLI INVESTIGATORI
Il 26 agosto 2010 Concetta Serrano si presentò alle 15-15.15 alla caserma dei carabinieri di Avetrana (Taranto) per denunciare la scomparsa della figlia Sarah Scazzi. La donna poi rientrò a casa per prendere alcune foto della ragazzina e la denuncia venne formalizzata intorno alle 17-17,20. Lo ha riferito il comandante della Stazione dei carabinieri di Avetrana, maresciallo Fabrizio Viva, durante la deposizione al processo per l’omicidio della quindicenne.
Più tardi, sempre in caserma, intorno alle 18.30, il maresciallo chiese a Sabrina Misseri se la cugina Sarah avesse un diario. “Sabrina – ha detto Viva – mi disse che non lo sapeva e che avrebbe visto. Il 31 agosto vennero acquisiti cinque agende e un quaderno di Sarah”. Alla deposizione di Viva è seguita quella di un altro carabiniere in servizio alla Stazione carabinieri di Avetrana.
ORE 12:06 - TESTIMONE: MICHELE MI DISSE 'TROVATO IL CELLULARE MI ACCUSERANNO'
«Quando trovò un telefonino in campagna, che poi scoprimmo era quello di Sarah, Michele Misseri si mostrò preoccupato per le impronte lasciate sul cellulare e diceva 'non è che ora mi accusano di qualcosa?'»: lo ha riferito il brigadiere dei carabinieri Biagio Blaiotta, in servizio alla Stazione di Avetrana (Taranto), che ha testimoniato al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, in corso a Taranto. Michele Misseri, ha aggiunto il carabiniere, disse più volte anche di 'sentirè che quel telefonino era di Sarah. La circostanza è stata confermata successivamente anche dal responsabile della Protezione civile di Avetrana, Giovanni Risi, presente quando Michele Misseri consegnò il telefonino agli investigatori.
ORE 14:44 - «SARAH ARRIVO' A CASA DI SABRINA ED ERA TRISTE»
Il 26 agosto 2010, giorno in cui venne uccisa, Sarah Scazzi arrivò a casa della cugina Sabrina Misseri, che l’aveva chiamata al telefono, poco dopo le 9 e «aveva la faccia triste, il viso all’ingiù e non salutò, contrariamente a quello che faceva di solito, sedendosi su un divanetto a maneggiare il cellulare».
Lo ha dichiarato una testimone, Anna Pisanò, al processo per l’omicidio della quindicenne di Avetrana. La Pisanò è uno dei principali testi dell’accusa. La teste quella mattina era a casa di Sabrina per un trattamento estetico. «Chiesi a Sarah se stesse male, ma lei non mi rispose – ha aggiunto – e Sabrina mi disse 'Lasciala stare'. Sabrina guardava praticamente sempre Sarah quella mattina, a me sembrava che volesse farle capire di non parlare. Andai via dopo 15-20 minuti».
ORE 15:00 - «SABRINA MI DISSE: ANCHE IO AVREI CONFESSATO»
«La sera del 6 ottobre 2010 capii dalla tv che Michele Misseri aveva confessato il delitto. Ero in casa di mia figlia, che abitava di fronte ai Misseri. Vidi Sabrina uscire, mi avvicinai e lei mi disse 'L'hanno incastrato, l'hanno incastratò. Poi aggiunse 'anche io dopo sette ore sotto torchio avrei detto di averla uccisa e dove l’ho messa, dopo sette ore ti viene quella cosa di dire la verità e farla finita, ma non l’ho fatto e si mise a piangere». Lo ha dichiarato Anna Pisanò, ex amica di Sabrina, testimoniando al processo per il delitto di Avetrana. Durante la deposizione della Pisanò Sabrina Misseri è più volte scoppiata in lacrime.
ORE 15:24 - «SABRINA DISSE SONO IN BIRRERIA PER DIMENTICARE»
La sera del 28 agosto 2010, due giorni dopo la scomparsa di Sarah, Vanessa Cerra, figlia di Anna Pisanò, ex amica di Sabrina Misseri, appartandosi con il fidanzato vicino al palazzetto dello sport di Avetrana sentì qualcosa simile a lamenti umani provenire dalla campagna e telefonò a Sabrina. Quest’ultima rispose che si trovava in birreria «per dimenticare». La circostanza è stata riferita da Anna Pisanò durante la testimonianza al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi.
Sabrina quella sera, ha aggiunto la Pisanò, arrivò più tardi accompagnata da un’amica, Mariangela Spagnoletti, e dopo che la Cerra aveva chiamato i carabinieri. «Sabrina commentò il fatto dicendo 'avete visto troppi film', e poi disse che Sarah secondo lei era stata rapita da parenti del padre di Sarah che stanno a San Pancrazio Salentino».
«Non ho mai visto Sabrina veramente addolorata per la scomparsa di Sarah, mai vista vera sofferenza. Anche qualche giorno dopo la scomparsa mi disse che, secondo lei, Sarah era morta. Il giorno del funerale fu lei a dirmi che si era riavvicinata sentimentalmente ad Ivano Russo. Rimasi così, le feci gli auguri». Lo ha detto una ex amica di Sabrina, Anna Pisanò, al processo per l’omicidio della quindicenne di Avetrana.
La Pisanò è uno dei principali testimoni d’accusa al processo, che vede accusate del delitto Sabrina Misseri e la madre, Cosima Serrano.
ORE 16:03 - «COSIMA DISSE: SE SABRINA OMICIDA, 30 ANNI GALERA»
«Partecipavo ad una raccolta di firme ad Avetrana per far intensificare le ricerche di Sarah. Ma spesso, bussando a casa delle persone, queste mi rispondevano 'chiedilo a Sabrina Misseri, che lei lo sà. Lo dissi a Sabrina e lei mi rispose: 'secondo te io la uccidevo, la affogavo, la violentavo?' e la madre Cosima allora disse: 'se Sabrina l’ha uccisa, 30 anni si deve fare, ma il corpo di Sarah viva o morta deve uscire». Lo ha riferito il teste Anna Pisanò, ex amica di Sabrina Misseri, durante la deposizione al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi.
«Io dissi a Sabrina – ha aggiunto Pisanò – di non credere alle parole della gente».
ORE 16:10 - «FIORAIO DISSE A MIA FIGLIA: HO VISTO SARAH SCAPPARE»
«Alla fine di settembre 2010 mia figlia Vanessa mi riferì che una persona le aveva detto di aver visto il 26 agosto precedente Sarah correre in strada, verso la scuola Briganti, seguita dall’auto di Cosima, che scese, l'afferrò per i capelli e la buttò in macchina». Lo ha detto il teste Anna Pisanò, la cui audizione è in corso al processo per il delitto di Avetrana.
«Vanessa – ha aggiunto – non mi volle dire chi fosse quella persona, perchè le aveva detto che l’avrebbero scambiato per uno che si inventa le cose o aveva sognato. Io poi capii che quella persona era il fioraio da cui mia figlia lavorava, Giovanni Buccolieri, e quando lo dissi a Vanessa lei me lo confermò».
«Vanessa allora – ha continuato Anna Pisanò – mi riferì anche che il fioraio le aveva motivato così il suo comportamento: 'Se fosse stata mia figlia avrei fatto diversamente, ma siccome non è mia figlia non voglio entrare in questa storià». La circostanza venne poi riferita da Vanessa ai carabinieri, mentre il fioraio, dopo averla confermata agli inquirenti, due giorni dopo ritrattò dicendo che aveva sognato tutto. Per questo motivo la posizione di Buccolieri è stata stralciata e l’uomo è indagato in procedimento connesso per false informazioni al pm. Durante la deposizione di Anna Pisanò anche Cosima Serrano in qualche circostanza, così come la figlia Sabrina, non ha trattenuto le lacrime.
ORE 19:33 - CONCLUSA UDIENZA
Con l’audizione della testimone Anna Pisanò, durata oltre quattro ore, si è conclusa poco fa l'udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. In chiusura di udienza la difesa di Sabrina Misseri ha chiesto alla Corte di Assise l’acquisizione di un telefonino di Anna Pisanò nella quale sono contenuti messaggi da lei scambiati con Valentina Misseri, primogenita della famiglia, dopo l’arresto di Sabrina (15 ottobre 2010), e di quello della stessa Valentina. Accusa e difesa hanno chiesto anche la trascrizione del contenuto dei messaggi.
Sempre la difesa di Sabrina ha chiesto anche l’acquisizione di tutti i tabulati telefonici del cellulare della Pisanò dal 20 ottobre 2010 al 31 maggio 2011. La Corte di Assise si è riservata di decidere sulle richieste.
La teste Pisanò ha consegnato alla Corte il cellulare in questione, che – aveva già detto durante la deposizione – aveva portato con sè in borsetta. La prossima udienza è stata fissata per il 15 maggio, quando verranno ascoltati altri quattro testimoni.