Trova buoni postali del 1955 «Ora valgono 1,2 mln di euro»
TRINITAPOLI - In un periodo in cui per gli italiani è tempo di sacrifici e - nonostante le rassicurazioni – le previsioni sono di “lacrime e sangue”, per otto fratelli (e 20 figli), babbo natale potrebbe portare loro una buona notizia proprio alla vigilia del santo Natale: quella di incassare da Poste italiane un milione e 200 mila euro, frutto di interessi, rivalutazione monetaria e capitalizzazione di buoni postali di tremila lire che per quasi 60 anni sono stati in giacenza alle poste. La somma era stata versata dal vecchio genitore, ormai defunto, Domenico Guida, classe 1906, originario di Trinitapoli, in provincia di Foggia, il quale emigrato al nord, durante una visita alla città natìa, decide, il 24 maggio 1955, di investire i propri risparmi in buoni postali emessi dall’ufficio di Trinitapoli. In linea con la filosofia del popolo delle formiche di coloro che, in quel tempo, lavoravano duro guardando al futuro. Domenico aveva vissuto da bambino le sofferenze della prima guerra mondiale, al termine della quale mette su famiglia e decide di partire, con la moglie e una valigia piena di speranze, per il nord. Qui trova lavoro e serenità, e dalla felice unione con la moglie nascono ben 8 figli a distanza di un anno l’uno dall’altro: in ordine di età, Rosa, Anna, Saverio, Giuseppe, Natale, Cesare, Francesco, Giovanni. Passa il tempo e Domenico diventa anche nonno di oltre 20 nipoti. Nel corso degli anni settanta alcuni dei suoi figli ritornano in Puglia, altri si trasferiscono a Roma, mente e lui e la moglie rimangono a Novara sino alla fine dei loro giorni. Qualche settimana fa in un cassetto della vecchia casa paterna a Trinitapoli rinviene casualmente quei vecchi buoni postali da parte del figlio Giovanni Guida che mette al corrente del ritrovamento gli altri fratelli i quali, insieme, hanno deciso di richiedere quella somma, a mezzo degli Marco Angelozzi ed Anna Orecchioni del foro di Civitavecchia, a Poste italiane, somma naturalmente maggiorata degli interessi, della rivalutazione monetaria e della capitalizzazione, che in tutti questi anni di deposito alle Poste hanno fruttato – da calcoli - qualcosa come 1 milione e 200 mila euro. L’udienza è stata fissata davanti al Tribunale civile di Roma per il 21 dicembre 2011. L’augurio è quello che gli eredi possano festeggiare, qualche giorno dopo, tutti insieme il santo Natale ricordando e ringraziando papà Domenico (e mamma), comunque vada, meglio se con un assegno di Poste italiane sotto l’a l b e ro. Gaetano Samele