Acquaviva: «L'hanno operata al femore sano»
di Franco Petrelli
ACQUAVIVA - A Maria Martielli, di 80 anni, l’intervento alla gamba è stato effettuato nel migliore dei modi presso l’ente ecclesiastico ospedale regionale «Miulli»: senza alcuna complicazione ed in tempi brevi. Ma il femore, destro, finito sotto i ferri, era quello sbagliato. L’équipe medica della divisione di «Ortopedia I», costituita dai sanitari Francesco Fiore, Michele D’Argento e Cosima Accogli che ha eseguito l’intervento potrebbe aver, semplicemente, sbagliato gamba.
Il fatto ha sorpreso anche i carabinieri della locale stazione coordinata del maresciallo Domenico Soleti, che ha già avviato le indagini, a seguito di una denuncia del geometra Antonio Giorgio, 40enne, uno dei due figli della donna.
Pare che la donna, affetta da una malattia «degenerativa» e non autosufficiente, il 16 settembre si sia svegliata con violenti dolori al femore sinistro. Richiesto l’intervento del 118, è stata accompagnata al Pronto soccorso del «Miulli». Qui la donna è stata visitata e poi ricoverata con la diagnosi di «frattura sottocapitata al femore sinistro». Ma a distanza di qualche ora dall’intervento, avvenuto mercoledì scorso, nell’accudire l’anziana paziente, «i congiunti notavano come l’intervento chirurgico fosse stato effettuato al femore destro e non a quello sinistro».
Francesco Pastore, primario della divisione di «Ortopedia I», spiega: «Durante l’intervento qualcosa di inconsueto si è forse verificato, procurato da un’ammalata affetta dal morbo di Alzheimer e quindi per nulla coadiuvante con gli operatori sanitari. Ma questa protesi sarebbe stata impiantata, sicuramente, nelle prossime settimana su un arto malridotto e già con una serie di problemi. E voglio ricordare che il giorno successivo i miei colleghi hanno riportato la paziente in sala operatoria e rimesso in sesto anche il femore sinistro, per cui la donna potrebbe, tra breve, mettere qualche passo». Ma Antonio Giorgio protesta: «È semplicemente inconcepibile quello che è successo a mia madre, una grave disavventura al limite del grottesco. Un caso sconcertante di particolare gravità per il quale saremo costretti a chiamare in giudizio l’ospedale Miulli. Non può essere giustificata una disattenzione di questa portata: mia madre riusciva a muoversi, nonostante il grave morbo degenerativo».
«Anche se non ho effettuato questo intervento – aggiunge Francesco Pastore – i miei collaboratori hanno fatto, comunque, il possibile per rimettere in piedi, nel vero senso della parola, una signora anziana, arrivata nel reparto con un quadro clinico di evidente criticità». Il fratello di Maria, Francesco Martielli, nel 1995 assessore all’urbanistica a Palazzo De Mari, da tempo trasferitosi nel capoluogo, è restio a parlare. Perché ingegnere? «Ma cosa devo dire? I medici anche in questi casi hanno sempre ragione. Tentano di dimostrare che di protesi ce ne volevano due, perché una non era sufficiente». Ma «in qualsiasi sede – affermano dalla Direzione sanitaria dell’ospedale Miulli- si potrà dimostrare la situazione compromessa dei due arti della donna, che comunque in queste ore viene curata con la consueta professionalità e dedizione».
ACQUAVIVA - A Maria Martielli, di 80 anni, l’intervento alla gamba è stato effettuato nel migliore dei modi presso l’ente ecclesiastico ospedale regionale «Miulli»: senza alcuna complicazione ed in tempi brevi. Ma il femore, destro, finito sotto i ferri, era quello sbagliato. L’équipe medica della divisione di «Ortopedia I», costituita dai sanitari Francesco Fiore, Michele D’Argento e Cosima Accogli che ha eseguito l’intervento potrebbe aver, semplicemente, sbagliato gamba.
Il fatto ha sorpreso anche i carabinieri della locale stazione coordinata del maresciallo Domenico Soleti, che ha già avviato le indagini, a seguito di una denuncia del geometra Antonio Giorgio, 40enne, uno dei due figli della donna.
Pare che la donna, affetta da una malattia «degenerativa» e non autosufficiente, il 16 settembre si sia svegliata con violenti dolori al femore sinistro. Richiesto l’intervento del 118, è stata accompagnata al Pronto soccorso del «Miulli». Qui la donna è stata visitata e poi ricoverata con la diagnosi di «frattura sottocapitata al femore sinistro». Ma a distanza di qualche ora dall’intervento, avvenuto mercoledì scorso, nell’accudire l’anziana paziente, «i congiunti notavano come l’intervento chirurgico fosse stato effettuato al femore destro e non a quello sinistro».
Francesco Pastore, primario della divisione di «Ortopedia I», spiega: «Durante l’intervento qualcosa di inconsueto si è forse verificato, procurato da un’ammalata affetta dal morbo di Alzheimer e quindi per nulla coadiuvante con gli operatori sanitari. Ma questa protesi sarebbe stata impiantata, sicuramente, nelle prossime settimana su un arto malridotto e già con una serie di problemi. E voglio ricordare che il giorno successivo i miei colleghi hanno riportato la paziente in sala operatoria e rimesso in sesto anche il femore sinistro, per cui la donna potrebbe, tra breve, mettere qualche passo». Ma Antonio Giorgio protesta: «È semplicemente inconcepibile quello che è successo a mia madre, una grave disavventura al limite del grottesco. Un caso sconcertante di particolare gravità per il quale saremo costretti a chiamare in giudizio l’ospedale Miulli. Non può essere giustificata una disattenzione di questa portata: mia madre riusciva a muoversi, nonostante il grave morbo degenerativo».
«Anche se non ho effettuato questo intervento – aggiunge Francesco Pastore – i miei collaboratori hanno fatto, comunque, il possibile per rimettere in piedi, nel vero senso della parola, una signora anziana, arrivata nel reparto con un quadro clinico di evidente criticità». Il fratello di Maria, Francesco Martielli, nel 1995 assessore all’urbanistica a Palazzo De Mari, da tempo trasferitosi nel capoluogo, è restio a parlare. Perché ingegnere? «Ma cosa devo dire? I medici anche in questi casi hanno sempre ragione. Tentano di dimostrare che di protesi ce ne volevano due, perché una non era sufficiente». Ma «in qualsiasi sede – affermano dalla Direzione sanitaria dell’ospedale Miulli- si potrà dimostrare la situazione compromessa dei due arti della donna, che comunque in queste ore viene curata con la consueta professionalità e dedizione».