Regione Puglia spese politiche rimborsate 3 volte L'on.difende la Casta E la Gazzetta risponde

di MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Un contributo al gruppo politico di 150 euro al mese per il telefono, di 350 per l'aggiornamento culturale, di altri 258 per il solo fatto di esser stati eletti. Fino a 1.600 euro a testa per la benzina, naturalmente in aggiunta a indennità e diarie tra le più alte d'Italia. Ancora, la disponibilità di 85 impiegati che hanno diritto – grazie alla solita leggina bipartisan - a essere pagati per raggiungere il posto di lavoro. E così il Consiglio regionale della Puglia riesce a spendere due milioni e seicentomila euro l'anno, pagando fino a tre volte per la stessa voce di rimborso. 

Come si può chiamare, se non privilegio, il diritto di 85 fortunati impiegati e funzionari a ricevere 25 centesimi di euro al km per recarsi tutte le mattine al lavoro? Non è un caso se li chiamano «missionari», perché arrivano a Bari in via Capruzzi dagli angoli più estremi della Puglia: da oltre 10 anni sono assegnati ai gruppi consiliari e alle commissioni, e all'epoca parve giusto – per ricompensarli del fastidio – riconoscere loro un cadeau che non ha eguali nel pubblico impiego. E che vale, conti alla mano, un migliaio di euro al mese in rimborsi benzina, più 8 euro al giorno per il pasto. 

A gennaio, in un impeto di pudore, quel regalo firmato Fitto è stato leggermente circoscritto: le spese di trasferta spettano per un massimo di 210 giorni l'anno, e il buono pasto è sceso da 15 a 8 euro. Ma si tratta sempre di regalo, e collegato alla politica: perché il distacco ai gruppi avviene naturalmente su base fiduciaria. Mica per concorso. E se con i fidati collaboratori sono stati generosi, per le loro proprie trasferte i consiglieri regionali sono stati addirittura munifici.
 La regola è questa: chiunque non abbia un'auto di servizio (il presidente ed i suoi vice) e risiede fuori Bari, ha diritto a un rimborso al km (attualmente pari a 39 centesimi di euro) per 15 giorni al mese. Basta una dichiarazione dell'interessato per portare a casa un massimo di 1.600 euro al mese, limite introdotto solo quest'anno dopo una leggina del solito Tremonti: si narra che in tempi passati qualcuno sia riuscito a farsi dare anche il doppio, dichiarando di aver preso parte a improbabili inaugurazioni domenicali all'altro capo della Puglia. 

Poco male che, leggi e regolamenti alla mano, alcune spese risultino pagate due volte. O anche tre. Oltre all'indennità di carica, volgarmente detta stipendio, il consigliere regionale riceve infatti una diaria (netta e non tassabile) che parte da 4.476 euro al mese: altro non sono che le spese vive per svolgere il suo ruolo. Nelle quali dovrebbero dunque essere già compresi i costi per il trasporto. Perché allora bisogna pagare pure il rimborso benzina? Vallo a sapere. Come pure l'altra voce della busta paga, ovvero il rapporto con gli elettori: altri 984 euro al mese (che però diventano 2.400 per un assessore) che dovrebbero servire a tenere i contatti con chi ti ha votato. Evidentemente non sono abbastanza, se in una legge regionale del 1994, modificata nel 2001, è previsto che ai gruppi consiliari vada riconosciuto un ulteriore rimborso: soldi che servono, tra l'altro, «per le spese postali, di cancelleria, tipografiche e di trasporto», cioè quelle già coperte da diarie e rimborsi chilometrici. 

E mica solo per quelli: la prassi ha infatti voluto che i 65mila euro versati ogni mese ai gruppi comprendano anche il telefono, 150 euro per il gruppo e 150 per quello di ciascun consigliere. La Regione ha 10 gruppi (uno soltanto, I Pugliesi per Palese, è formato da un unico consigliere: ma è effetto dei risultati elettorali), nei quali incredibilmente rimborsa pure gli assessori. Il Pd ad esempio ha 17 consiglieri eletti, e dunque riceve ogni mese 11.254 euro di contributo. Nel totale dei 17 sono però compresi anche i 5 assessori, che hanno già una loro segreteria (con telefono, fax, e-mail, addetto stampa), la macchina blu con l'autista e la mazzetta dei giornali, e ricevono tutti i mesi la diaria per le spese personali: alla fine, dunque, li paghiamo tre volte.
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