Ufficiale Gdf: «Non sono stalker nè la talpa» Gip: resta ai domiciliari

BARI – E' in corso dinanzi al Gip Sergio Di Paola l’interrogatorio di garanzia del tenente colonnello della Guardia di Finanza, Salvatore Paglino, arrestato il primo giugno scorso per peculato. 
Paglino è anche indagato a piede libero per rivelazione del segreto d’ufficio in favore di tre giornaliste e per stalking ai danni di una cronista (una delle tre che ha beneficiato delle rivelazioni di notizie riservate) e della escort barese Terry De Nicolò. 

L'ufficiale, che sta rispondendo alle domande del giudice, è assistito dall’avvocato barese Miche De Pascale. Paglino, durante l'interrogatorio, è apparso provato. Al suo difensore, prima dell’udienza, ha confessato: «Non avrei mai pensato che dopo 30 anni di onorata carriera mi sarei trovato in una situazione odiosa come questa».

ORE 12.19 - PAGLINO A GIP: NON SONO TALPA NE' STALKER
 
Ha respinto le accuse di stalking e di rivelazione del segreto d’ufficio e ha ammesso di aver fatto telefonate private da due utenze fisse e da un cellulare di servizio il tenente colonnello della Guardia di finanza Salvatore Paglino, sottoposto per circa un’ora e mezza ad interrogatorio di garanzia dal gip Sergio Di Paola. 

Il militare, agli arresti domiciliari da tre giorni per peculato proprio per aver utilizzato per fini personali i telefoni di servizio, ha detto al giudice che le notizie comunicate alle tre giornaliste si riferivano a fatti non più coperti dal segreto d’ufficio perchè le stesse erano già state comunicate agli indagati o, addirittura, riferite ai mass media durante le conferenze stampa. 

Per quanto riguarda lo stalking, l’accusa – per altro già rigettata dal giudice – è stata respinta in pieno ed in modo dettagliato dall’ufficiale. Sul peculato il difensore del militare, avvocato Michele De Pascale, ha fatto notare al gip che l’uso dei telefoni di servizio costituisce al massimo peculato d’uso, che è meno grave della fattispecie di peculato proprio contestata dal gip Di Paola nel provvedimento restrittivo.

ORE 12.47 - CHIESTA LA REVOCA DEI «DOMICILIARI»
Al termine dell’interrogatorio, la difesa ha chiesto la revoca della misura degli arresti domiciliari e la sua sostituzione con un provvedimento di interdizione. Sulla richiesta esprimeranno prossimamente il proprio parere i pm inquirenti Teresa Iodice e Giuseppe Dentamaro, che hanno partecipato all’interrogatorio di garanzia. La decisione del giudice potrebbe arrivare già la prossima settimana. 


ORE 18.33 - CICCHITTO, DIETRO PAGLINO MANDANTI POLITICI? 
«E' molto forte il dubbio che il colonnello della guardia di finanza Paglino si muovesse sulla base di ragioni politiche e fosse ispirato da precisi mandanti anch’essi politici». È quanto dice Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.

«L'incriminazione di Paglino - aggiunge - che, a parte lo stalking nei confronti di alcune ragazze, violava sistematicamente il segreto istruttorio e forniva ad alcuni giornalisti spezzoni selezionati delle inchieste di Bari, avendo come obiettivo Berlusconi, mette allo scoperto uno 'spaccatò assai inquietante del contesto da cui è derivata quella 'scossà di cui, con spirito profetico, aveva parlato in anticipo l’onorevole D’Alema». 

ORE 18.45 - CONFERMATI ARRESTI DOMICILIARI
Il gip del Tribunale di Bari Sergio Di Paola ha confermato la misura degli arresti domiciliari per il tenente colonnello della guardia di finanza Salvatore Paglino, accusato di peculato. Il giudice ha quindi respinto la richiesta fatta dalla difesa dell’ufficiale di revoca del provvedimento o, in subordine, di adozione della sola misura dell’interdizione dai pubblici uffici. Contro la revoca del provvedimento di arresti domiciliari si era espressa la pubblica accusa. 

ORE 19.24 - GIP, CRONISTA E PAGLINO CONCORDARONO SCAMBIO
Per il gip del Tribunale di Bari Sergio Di Paola «non appare peregrina» l’ipotesi che il rapporto tra l’ufficiale della gdf arrestato, Salvatore Paglino, e la cronista ritenuta vittima dello stalking possa essere invece ricostruito «come effetto di uno 'scambio' concordato tra le parti, mediante l’opportunità offerta dall’indagato di poter venire a conoscenza di atti in suo possesso (in quanto delegato dal pm all’esecuzione delle misure cautelari) a condizione di ottenere una contropartita promessa dalla giornalista». 

Il giudice lo scrive nell’ordinanza di custodia cautelare di 19 pagine notificata al militare. «Ricostruzione – sottolinea il gip – che, ove riscontrata attraverso i necessari approfondimenti, porterebbe ad ipotizzare ben più gravi delitti contro la pubblica amministrazione». Proprio questa affermazione sta inducendo in queste ore la procura a rivedere l’iniziale contestazione di stalking (che il gip ha respinto) nella più grave ipotesi di corruzione. A sostegno di questa ipotesi di lavoro suggerita dal giudice alla procura, viene citata un’intercettazione telefonica tra la giornalista e un suo collega nella quale la donna dice: «Io tutte quelle notizie che ho avuto, sempre per un fine me le dà la gente».

ORE 19.39 - L'UFFICIALE SALI' A CASA DELLA ESCORT PER UN CAFFE'
L'escort barese Terry De Nicolò ha detto alla procura di Bari di aver fatto salire «una o due volte» a casa sua «per prendere un caffè» il tenente colonnello della Guardia di finanza Salvatore Paglino, perchè il militare in un mese e mezzo l’aveva ossessionata chiamandola ed inviatole sms per 180 volte. È scritto nel provvedimento di arresti domiciliari notificato a Paglino per peculato. 

Questa «circostanza – scrive il gip rigettando la richiesta di arresto per stalking – logicamente mal si concilia con l'insorgere di un perdurare grave stato di ansia o di paura», necessari per poter contestare il reato di 'atti persecutorì, ovvero lo stalking. «Non mi ha mai fatto richieste sessuali esplicite – ha detto De Nicolò ai pm – tuttavia era molto assillante e stressante e insisteva a venire a casa mia». 

Il giudice, rigettando la contestazione avanzata dalla procura, ha espresso «ragionevoli dubbi» sulla sussistenza dello stalking ai danni della De Nicolò, mentre ha parlato di «quadro indiziario sfuggente» in relazione alla stessa accusa contestata dalla procura a Paglino ai danni della giornalista molestata. Il relazione ai rapporti tra la giornalista e Paglino (che il gip inviata il pm a rivedere) il giudice riporta stralci di intercettazioni telefoniche tra i due da cui – scrive – si evince che la giornalista diceva che 'rischiava il licenziamento' se non avesse avuto certe notizie, 'che rischiava sul serio', soprattutto – argomenta il giudice – «dopo gli scoop di altri giornali sulla vicenda Patrizia D’Addario-Gianpaolo Tarantini». 

«I successivi commenti» della giornalista – continua il gip - anche quelli assunti dopo mesi, ci consentono di comprendere che la donna non si era rivolta con quelle modalità a Paglino per caso, ma perchè perfettamente a conoscenza del fatto che l'ufficiale era alla ricerca costante di contatti e occasioni di incontro con persone di sesso femminile...». 

ORE 20.00 - PAGLINO A CRONISTA, COSI' NON PERDERAI IL LAVORO
«In trent'anni non l’ho mai fatto, vedrai che adesso passo i guai»: così il tenente colonnello della Gdf Salvatore Paglino ha detto ad una giornalista dopo averle passato atti giudiziari che la pubblica accusa ritiene riservati, perchè relativi ad indagini in corso. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare notificata all’ufficiale. Alla cronista che gli chiedeva se avrebbe potuto passare dei guai per colpa sua, l’ufficiale afferma nel colloquio intercettato: «Tu hai chiamato dicendo che perdevi il lavoro ed io, dopo cinque minuti, sono arrivato: per questo il lavoro non lo perderai». 

L'incontro tra i due (fotografato dalla polizia) è avvenuto in un bar nei pressi del Policlinico di Bari. Durante il colloquio l’ufficiale ha fatto registrare con un cellulare alla cronista parti di un provvedimento restrittivo già eseguito, emesso nell’ambito di una delle indagini sulla sanità pubblica pugliese. Dopo l’incontro cominciarono le telefonate martellanti di Paglino che tentò a lungo di parlare (senza mai riuscirci) con la cronista che fu costretta a spegnere il cellulare e a non uscire da casa neppure di domenica per sfuggire – secondo la ricostruzione della procura – alle attenzioni del militare.  

«Quello è un maniaco – dice al telefono la cronista ad un suo collega – quello mi sta massacrando di telefonate... non posso più uscire da casa». Fatti questi che il gip, valutandoli assieme ad altri elementi d’indagine, non ha ritenuto sufficienti per contestare il reato di stalking perchè - scrive nell’ordinanza – la cronista «sapeva delle debolezze di Paglino e sapeva di poter fare leva».



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Gran parte delle notizie contenute in questo articolo non sarebbe stato possibile pubblicarle qualora fosse già entrato in vigore il cosiddetto «disegno di legge Alfano sulle intercettazioni» che nell’attuale versione proibisce  la diffusione del contenuto, anche per riassunto, di qualunque atto giudiziario prima dell’inizio del processo

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