C'era la «cricca» sui lavori del Petruzzelli
di Massimiliano Scagliarini
BARI -I nomi sono sempre gli stessi: Angelo Balducci, Fabio De Santis, Maria Pia Forleo. E dunque il sospetto è lecito: che pure la ricostruzione del teatro Petruzzelli possa essere stato pilotato dalla cricca che aveva messo le mani sui cantieri della Protezione civile. Per questo, nelle scorse settimane, il Ros dei carabinieri (su delega della procura fiorentina) ha acquisito a Roma tutta la documentazione dell’appalto con procedura d’urgenza che a maggio 2007, in soli 7 giorni, ha portato ad aggiudicare i lavori per il politeama barese. Con tante, troppe coincidenze che fanno assomigliare l’appalto del Petruzzelli a quello dell’auditorium di Firenze.
Innanzitutto i nomi dei protagonisti, all’epoca non ancora famosi. Il commissario alla ricostruzione Angelo Balducci, l’ingegnere Fabio De Santis (responsabile del procedimento), poi la funzionaria ministeriale Forleo, responsabile delle procedure amministrative di una procedura lampo. A quell’appalto, hanno accertato i carabinieri, parteciparono 7 imprese tra cui anche la Btp di Riccardo Fusi, quella al centro della prima parte dell’inchiesta fiorentina. Ad aggiudicarsi i lavori è però il consorzio che poi si chiamerà Ricostruzione Teatro Petruzzelli scarl. Nel consorzio guidato dall’imprenditore altamurano Vito Barozzi figurano L’Internazionale di Altamura, la Edilcoop di Bari e soprattutto la Sac di Roma, un’altra società che ricorre spesso nelle carte fiorentine.
Nelle migliaia di pagine dell’aggiudicazione dell’appalto gli inquirenti hanno notato due circostanze interessanti. Primo, che il consorzio vincitore è quello che offre il minor ribasso, appena il 2,657% rispetto ai 24,9 milioni a base di gara: la procedura d’appalto non prevede infatti il criterio del prezzo più basso ma quello dell’offerta più vantaggiosa. La scelta premia il consorzio di Barozzi sulla base della offerta tecnica. Quella offerta che è stata valutata da una commissione in cui figurano non solo la Forleo ma anche il professore romano Giampaolo Imbrigli, il cui nome appare nell’ormai famosa lista sequestrata al costruttore Anemone.
Il secondo aspetto che dovrà essere approfondito è la lievitazione delle spese d’appalto, passate da 23 a circa 36 milioni. A questo proposito è stata giudicata interessante una lettera datata 29 ottobre 2007, con cui il commissario Balducci chiede alla Regione altri 6 milioni per «sopraggiunti e imprevisti incrementi dei costi» per il risanamento della falda. A insospettire gli inquirenti i tempi della richiesta, presentata appena tre mesi dopo l’apertura del cantiere.
Terzo e ultimo aspetto, i rapporti tra Barozzi e Anemone per i lavori del G8. Il 17 luglio 2008 una delle aziende di Barozzi, la Cobar, entra nella «Consortile Maddalena» con l’Anemone Costruzioni di Luciano Anemone (padre di Diego) e con la Cira srl di Roma. Alla «Consortile» verrà affidato il quarto lotto degli interventi infrastrutturali e complementari per il G8, ovvero il palazzo delle conferenze e l’area delegati. Secondo gli investigatori, i primi contatti tra Barozzi e Anemone risalirebbero ai primi mesi del 2007: Cobar sarebbe entrata nel Consorzio solo perché l’impresa Anemone non aveva i requisiti necessari per ottenere l’affidamento dei lavori. Un favore, insomma. Fatto per ricambiare, questa l’ipotesi degli investigatori, un aiuto nell’appalto per il Petruzzelli.
Dalle carte, del resto, emerge come l’aggiudicazione dei lavori di ricostruzione del Petruzzelli abbia creato qualche mal di pancia anche tra gli stessi uomini della cricca. Agli atti c’è infatti una conversazione telefonica in cui un’altro degli arrestati, l’architetto Marco Casamonti, parla dell’appalto dell’auditorium di Firenze (aggiudicato a dicembre 2007) e si lamenta di Salvo Nastasi, barese, commissario a Firenze e subcommissario a Bari. «Te lo sai - dice Casamonti a Vincenzo De Nardo della Btp - che Nastasi era in commissione, come questa qui [la Forleo, ndr] del Teatro Petruzzelli di Bari, era il presidente di commissione ed ha rivinto la Sac. Cioè: nel Teatro Petruzzelli di Bari c’era lo stesso presidente di commissione ed ha rivinto la stessa impresa». Anche a Firenze il costo dei lavori è esploso per via di modifiche al progetto, passando da 70 a 156 milioni. Un po’ quello che è accaduto al Petruzzelli: ed ecco perché a Firenze vogliono vederci chiaro. I pm fiorentini, tra l’altro, a breve ascolteranno come testimone Ciro Garibaldi, figlio di Vittoria Messeni Nemagna, una delle proprietarie del teatro. Garibaldi, autore di tre esposti, ha chiesto di parlare con i magistrati fiorentini proprio sull’appalto.
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Gran parte delle notizie contenute in questo articolo non sarebbe stato possibile pubblicarle qualora fosse già entrato in vigore il cosiddetto «disegno di legge Alfano sulle intercettazioni» che nell’attuale versione proibisce la diffusione del contenuto, anche per riassunto, di qualunque atto giudiziario prima dell’inizio del processo.
BARI -I nomi sono sempre gli stessi: Angelo Balducci, Fabio De Santis, Maria Pia Forleo. E dunque il sospetto è lecito: che pure la ricostruzione del teatro Petruzzelli possa essere stato pilotato dalla cricca che aveva messo le mani sui cantieri della Protezione civile. Per questo, nelle scorse settimane, il Ros dei carabinieri (su delega della procura fiorentina) ha acquisito a Roma tutta la documentazione dell’appalto con procedura d’urgenza che a maggio 2007, in soli 7 giorni, ha portato ad aggiudicare i lavori per il politeama barese. Con tante, troppe coincidenze che fanno assomigliare l’appalto del Petruzzelli a quello dell’auditorium di Firenze.
Innanzitutto i nomi dei protagonisti, all’epoca non ancora famosi. Il commissario alla ricostruzione Angelo Balducci, l’ingegnere Fabio De Santis (responsabile del procedimento), poi la funzionaria ministeriale Forleo, responsabile delle procedure amministrative di una procedura lampo. A quell’appalto, hanno accertato i carabinieri, parteciparono 7 imprese tra cui anche la Btp di Riccardo Fusi, quella al centro della prima parte dell’inchiesta fiorentina. Ad aggiudicarsi i lavori è però il consorzio che poi si chiamerà Ricostruzione Teatro Petruzzelli scarl. Nel consorzio guidato dall’imprenditore altamurano Vito Barozzi figurano L’Internazionale di Altamura, la Edilcoop di Bari e soprattutto la Sac di Roma, un’altra società che ricorre spesso nelle carte fiorentine.
Nelle migliaia di pagine dell’aggiudicazione dell’appalto gli inquirenti hanno notato due circostanze interessanti. Primo, che il consorzio vincitore è quello che offre il minor ribasso, appena il 2,657% rispetto ai 24,9 milioni a base di gara: la procedura d’appalto non prevede infatti il criterio del prezzo più basso ma quello dell’offerta più vantaggiosa. La scelta premia il consorzio di Barozzi sulla base della offerta tecnica. Quella offerta che è stata valutata da una commissione in cui figurano non solo la Forleo ma anche il professore romano Giampaolo Imbrigli, il cui nome appare nell’ormai famosa lista sequestrata al costruttore Anemone.
Il secondo aspetto che dovrà essere approfondito è la lievitazione delle spese d’appalto, passate da 23 a circa 36 milioni. A questo proposito è stata giudicata interessante una lettera datata 29 ottobre 2007, con cui il commissario Balducci chiede alla Regione altri 6 milioni per «sopraggiunti e imprevisti incrementi dei costi» per il risanamento della falda. A insospettire gli inquirenti i tempi della richiesta, presentata appena tre mesi dopo l’apertura del cantiere.
Terzo e ultimo aspetto, i rapporti tra Barozzi e Anemone per i lavori del G8. Il 17 luglio 2008 una delle aziende di Barozzi, la Cobar, entra nella «Consortile Maddalena» con l’Anemone Costruzioni di Luciano Anemone (padre di Diego) e con la Cira srl di Roma. Alla «Consortile» verrà affidato il quarto lotto degli interventi infrastrutturali e complementari per il G8, ovvero il palazzo delle conferenze e l’area delegati. Secondo gli investigatori, i primi contatti tra Barozzi e Anemone risalirebbero ai primi mesi del 2007: Cobar sarebbe entrata nel Consorzio solo perché l’impresa Anemone non aveva i requisiti necessari per ottenere l’affidamento dei lavori. Un favore, insomma. Fatto per ricambiare, questa l’ipotesi degli investigatori, un aiuto nell’appalto per il Petruzzelli.
Dalle carte, del resto, emerge come l’aggiudicazione dei lavori di ricostruzione del Petruzzelli abbia creato qualche mal di pancia anche tra gli stessi uomini della cricca. Agli atti c’è infatti una conversazione telefonica in cui un’altro degli arrestati, l’architetto Marco Casamonti, parla dell’appalto dell’auditorium di Firenze (aggiudicato a dicembre 2007) e si lamenta di Salvo Nastasi, barese, commissario a Firenze e subcommissario a Bari. «Te lo sai - dice Casamonti a Vincenzo De Nardo della Btp - che Nastasi era in commissione, come questa qui [la Forleo, ndr] del Teatro Petruzzelli di Bari, era il presidente di commissione ed ha rivinto la Sac. Cioè: nel Teatro Petruzzelli di Bari c’era lo stesso presidente di commissione ed ha rivinto la stessa impresa». Anche a Firenze il costo dei lavori è esploso per via di modifiche al progetto, passando da 70 a 156 milioni. Un po’ quello che è accaduto al Petruzzelli: ed ecco perché a Firenze vogliono vederci chiaro. I pm fiorentini, tra l’altro, a breve ascolteranno come testimone Ciro Garibaldi, figlio di Vittoria Messeni Nemagna, una delle proprietarie del teatro. Garibaldi, autore di tre esposti, ha chiesto di parlare con i magistrati fiorentini proprio sull’appalto.
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Gran parte delle notizie contenute in questo articolo non sarebbe stato possibile pubblicarle qualora fosse già entrato in vigore il cosiddetto «disegno di legge Alfano sulle intercettazioni» che nell’attuale versione proibisce la diffusione del contenuto, anche per riassunto, di qualunque atto giudiziario prima dell’inizio del processo.