L'operazione dei poliziotti
Taranto, visita in carcere con la droga: due donne finiscono in cella, una 35enne e una di 18 anni
I Falchi della Squadra Mobile ieri mattina hanno fermato due donne tarantine poco prima del loro ingresso nell'istituto penitenziario «Carmelo Magli»
Stavano andando in carcere come parenti in visita, ma ci sono rimaste come detenute. Un cambio dovuto al blitz del Falchi della Squadra Mobile di Taranto, diretta dal vice questore Luigi Vessio, che ieri mattina hanno fermato due donne tarantine poco prima del loro ingresso nell'istituto penitenziario «Carmelo Magli»: un semplice controllo di routine che invece ha permesso di scovare ben nascosto un quantitativo di circa 80 grammi di cocaina: un vero e proprio tesoro considerando che nei corridoi del carcere, la droga viene venduta a circa 400 euro al grammo e complessimavente avrebbe quindi fruttato circa 30mila euro. Lo stupefacente era nascosto in alcune buste della spesa insieme a prodotti e indumenti che le donne avrebbero dovuto consegnare ai familiari ristretti nella casa circondariale.
Nei guai sono finite una 35enne e una giovanissima 18enne: l'accusa nei loro confronti è di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un'accusa per la quale, vista anche la significativa quantità di droga sequestrata, dopo le formalità di rito, il pubblico ministero di turno ha disposto la custodia cautelare in carcere per le due indagate. Entrambe, accompagnate dai loro difensori, gli avvocati Alessandro Scapati e Luigi Danucci, dovranno comparire nelle prossime ore dinanzi al giudice per le indagini preliminari che dovrà decidere se convalidare o meno l'arresto e confermare la custodia in cella oppure optare per misure più lievi come gli arresti domiciliari. Molto potrebbe dipendere dalla decisione delle donne di rispondere alle domande del giudice fornendo la propria versione dei fatti oppure di avvalersi della facoltà di non rispondere.
I due arresti riportano ancora una volta alla luce il fenomeno ormai dilagante dell'uso di stupefacenti tra le celle del carcere: nonostante le numerose inchieste giudiziarie, gli arresti e le condanne che nel corso del tempo le forze dell'ordine e la magistratura sono riusciti a mettere a segno, l'emergenza non sembra affatto ridimensionari.
L'ultima indagine, in ordine di tempo, coordinata dal pm Lucia Isceri, conta ben 41 indagati e ha portato alla luce una vera e propria piazza di spaccio con corrieri, tesorieri, distributori. Tutti avevano un ruolo: detenuti, parenti e amici. C’è chi individuava i canali di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti, chi invece le consegnava a casa dei parenti dei detenuti che avevano il compito di farli arrivare all’interno della casa circondariale. C’erano anche coloro che gestivano le postepay su cui venivano caricati i pagamenti degli stupefacenti. Padri, madri, mogli con l’accusa di aver contribuito a vario titolo nello spaccio di droga. Nelle scorse settimane il gip Giovanni Caroli ha proceduto all'interrogatorio preventivo prima di decidere se firmare o meno la richiesta di misura fatta dalla procura che ha infatti chiesto la detenzione in carcere per 26 soggetti mentre per gli altri 15 ha richiesto gli arresti domiciliari.