BARI - «Contrariamente a quanto affermato dal procuratore della Repubblica di Bari, il gip ha revocato la misura interdittiva non solo per la cessazione delle esigenze cautelari, ma anche in ragione della complessiva rivisitazione del quadro indiziario alla luce dei chiarimenti offerti dai due professionisti nel corso degli interrogatori, della documentazione prodotta e della loro condotta nel corso del procedimento, nonostante, e non certo in sintonia con quanto espresso dal pm nel suo parere contrario». • Bari: gip, no a stralciosu inchiesta sanità
17 Dicembre 2009
BARI - «Contrariamente a quanto affermato dal procuratore della Repubblica di Bari, il gip ha revocato la misura interdittiva non solo per la cessazione delle esigenze cautelari, ma anche in ragione della complessiva rivisitazione del quadro indiziario alla luce dei chiarimenti offerti dai due professionisti nel corso degli interrogatori, della documentazione prodotta e della loro condotta nel corso del procedimento, nonostante, e non certo in sintonia con quanto espresso dal pm nel suo parere contrario».
Lo afferma in una dichiarazione il difensore dell'avv.Gianni Di Cagno, il collega Michele Laforgia. «Auspichiamo anche noi - aggiunge - una rapida definizione del procedimento e assicuriamo totale collaborazione, che vorremmo piena, leale e reciproca, allo scopo di ristabilire al più presto la verità dei fatti; spiace peraltro che tale collaborazione venga richiesta solo ora, dopo l'adozione di un gravissimo provvedimento cautelare e il successivo annullamento del giudice».
«Quanto alla individuazione dei limiti della attività della professione di avvocato - conclude Laforgia - siamo lieti che la procura della Repubblica sia consapevole della delicatezza del relativo accertamento, pur dovendo sottolineare che analoga prudenza non pare essere stata seguita sino ad oggi: meglio tardi che mai».
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