Le richieste restrittive erano firmate dal pm inquirente, Desirè Digeronimo. Il gip – a quanto si è saputo – ha ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza, cioè la qualificata probabilità che si pervenga ad un giudizio di condanna degli indagati al termine del processo. Le accuse sarebbero relative a presunti illeciti compiuti nello smaltimento di rifiuti da parte di aziende appaltatrici che operano anche presso presidi sanitari regionali
17 Dicembre 2009
BARI - Il gip del Tribunale di Bari Vito Fanizzi ha rigettato le richieste di arresti avanzate dalla Dda di Bari relative ad un’inchiesta-stralcio sulla gestione della sanità pugliese. Le richieste restrittive erano firmate dal pm inquirente, Desirè Digeronimo. Lo confermano fonti giudiziarie. Il gip – a quanto si è saputo – ha ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza, cioè la qualificata probabilità che si pervenga ad un giudizio di condanna degli indagati al termine del processo.
Le accuse sarebbero relative a presunti illeciti compiuti nello smaltimento di rifiuti da parte di aziende appaltatrici che operano anche presso presidi sanitari regionali. La vicenda giudiziaria che ha indotto il giudice a rigettare le richieste della procura è comunque avvolta da un riserbo strettissimo. L'indagine è una costola della più ampia inchiesta dei carabinieri sulla sanità pugliese nella quale è indagata almeno una quindicina di persone, tra cui l’ex assessore alla salute della Regione Puglia, Alberto Tedesco (ora senatore del Pd), direttori generali e funzionari di Ausl e della Regione Puglia e imprenditori pugliesi. Nei confronti degli indagati il pm Digeronimo contesta a vario titolo i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, falso, truffa, abuso d’ufficio e voto di scambio.
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