6 mesi di telefoni muti alla Asl di Senise: «Mio figlio è malato grave»
di MARIA PAOLA VERGALLITO Impossibile parlare con l’azienda sanitaria. Una linea telefonica che non funziona; un telefono che squilla dalla parte di chi chiama, ma il cui suono non arriva dalla parte di chi dovrebbe ricevere. Il caso è stato denunciato dal padre di un ragazzo ricoverato a Lecco perché affetto da un virus rarissimo. Gli uffici dell’Asl e la famiglia che ha vissuto il disagio sono di Senise. Sei mesi di tentativi di stabilire una regolarità nella comunicazione telefonica tra il centro riabilitativo di Lecco e Senise
17 Dicembre 2009
di MARIA PAOLA VERGALLITO
SENISE - Una linea telefonica che non funziona; un telefono che squilla dalla parte di chi chiama, ma il cui suono non arriva dalla parte di chi dovrebbe ricevere. Un numero, ma anche un altro e un altro ancora. Un disguido da nulla, si potrebbe dire. Certo, se non fosse che la linea telefonica in questione è quella degli uffici dell’azienda sanitaria e che a denunciare letteralmente ai carabinieri il disagio è il padre di un ragazzo ricoverato a Lecco perché affetto da un virus rarissimo che lo ha paralizzato per mesi.
Gli uffici dell’Asl e la famiglia che ha vissuto il disagio sono di Senise. A denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine, dopo ben 6 mesi di tentativi di stabilire una regolarità nella comunicazione telefonica tra il centro riabilitativo di Lecco e Senise, è il papà del giovane, Rocco Amendolara, ristoratore senisese che naturalmente, per seguire il figlio, adesso appena diciottenne, si è trasferito con la moglie in Lombardia.
«Prima di tutto - spiega Amendolara - voglio specificare che da parte del personale e dei responsabili degli uffici senisesi dell’Asl ho trovato grande disponibilità e mi hanno anche spiegato che hanno segnalato più volte i guasti alle linee, ma senza avere risultati. I responsabili hanno messo a disposizione i loro cellulari personali per avere contatti. Ma, nonostante, questo, trovo assurdo che un servizio ricolto alla pubblica utilità come quello sanitario, debba soffrire per svariati mesi di una carenza così assurda e apparentemente risolvibile».
«Mio figlio - continua - ha scoperto di essere affetto da una forma virale molto rara nel febbraio 2009. Questa malattia ci ha portato prima a Matera, poi a Imola per alcuni mesi ed ora a Lecco, presso l’ospedale civile di Costamasugana, in un centro riabilitativo. Il primo contatto, o meglio, tentativo di contatto con gli uffici dell’Asl c’è stato a luglio. Abbiamo provato a telefonare a ben 4 numeri diversi, ad un centralino che dall’ospedale di Chiaromonte passava il contatto a Senise, ma nulla da fare. I contatti telefonici costanti mi servivano per assicurarmi che sia dal punto di vista pratico sia burocratico fossero adempiute tutte le pratiche per ottenere gli ausili utili a mio figlio. In particolare, dopo quasi un anno finalmente lunedi prossimo riusciremo a riportare a Senise mio figlio per le feste di Natale e, addirittura, sono stato costretto a venire qui di persona per assicurarmi che fossero pronti carrozzella, adeguamenti architettonici e tutto ciò che serve a mio figlio e di cui mio figlio ha diritto. Cose che potevano essere fatte semplicemente riuscendo a metterci in contatto costante con gli uffici, anche perché, per tutelare la privacy, abbiamo voluto fare tutto da soli. Ora denuncio l’inutile spreco di tempo e di denaro».
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