In condizioni critiche tre dei sette capodogli spiaggiati a Foce Varano
Sono ancora in vita ma si dispera di salvarle tre delle sette balene arenatisi nelle acque garganiche di Foce Varano: lo rende noto, interpellato dai giornalisti, l’assessore all’ambiente della provincia di Foggia, Stefano Pecorella, rettificando a conclusione della riunione tecnica cui ha partecipato a Cagnano Varano, la notizia in precedenza fornita dalla Provincia stessa secondo la quale gli animali erano già tutti morti • Cause umane, forse sonar • La battaglia per salvarli (di Marisa Ingrosso)
11 Dicembre 2009
CAGNANO VARANO (FOGGIA) - Sono ancora in vita ma si dispera di salvarle tre delle sette balene arenatisi nelle acque garganiche di Foce Varano: lo rende noto, interpellato dai giornalisti, l’assessore all’ambiente della provincia di Foggia, Stefano Pecorella, rettificando a conclusione della riunione tecnica cui ha partecipato a Cagnano Varano, la notizia in precedenza fornita dalla Provincia stessa secondo la quale gli animali erano già tutti morti.
I tre esemplari ancora in vita sono in “condizioni critiche” – ha detto l’assessore – e si dispera di salvarli.
Uno dei trecapodogli ancora agonizzanti a Foce Varano è in tali condizioni che si teme possa morire da un momento all’altro. Anche gli altri due – secondo le previsioni che vengono fatte – tuttavia sarà quasi impossibile che si salvino, sottolinea, interpellato dai giornalisti, l’assessore all’ambiente della provincia di Foggia, Stefano Pecorella.
Alla riunione tecnica da lui convocata e conclusasi poco fa hanno partecipato esperti di varie università, dell’Istituto Zooprofilattico di Foggia e del ministero dell’ambiente, rappresentanti dell’Ausl, della protezione civile, della guardia costiera, i sindaci dei comuni costieri interessati. E' stato fatto il punto degli interventi che si possono mettere in atto – ha detto tra l’altro l’assessore – e cercato di verificare se sia possibile l’accesso al mare di mezzi speciali per il recupero delle carcasse. Le difficoltà derivano dalle pessime condizioni del tempo e dal fatto che il tratto di costa è completamente sabbioso, così che è difficile far accedere al mare mezzi in grado di sollevare e trasportare animali del peso medio di 15 tonnellate ciascuno.
“Siamo – ha detto ancora Pecorella – in contatto col ministero dell’Ambiente e la Regione Puglia anche perchè si tratterà di affrontare costi considerevoli, anche soltanto per lo smaltimento delle carcasse, che si aggirano su 0,78 centesimi a kg”. “Noi siamo però interessati assolutamente – ha concluso – alla conservazione per quanto è possibile delle carcasse e degli scheletri che potranno fornire rilevanti elementi di studio”.
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