BARI - Primarie sì, primarie no: comincia sgretolarsi perfino nella stessa area del Pd, quella dei dalemiani, l’ipotesi di una via di fuga dal braccio di ferro conNichi Vendolascegliendo i gazebo per candidare un nuovo nome su cui attrarre Idv e Udc. E l’ipotesi, affiacciata ieri dal capogruppo alla Regione Antonio Maniglio onde convincere il sindaco di Bari Michele Emiliano a scendere in campo, viene immediatamente stoppata dal segretario regionale Sergio Blasi, che ha fissato domani un incontro (a questo punto quantomeno difficile) con parlamentari e consiglieri regionali per uscire dall’impasse.
Maniglio rompe gli indugi: «Io chiedo a Emiliano di candidarsi e di fare le primarie, tutto il gruppo sottolinea la necessità che vengano rotti gli indugi. Facciamo le primarie tra Emiliano e Vendola». Ma il sindaco di Melpignano scelto da D’Alema per guidare il partito in Puglia chiarisce subito: «Maniglio parla a titolo personale e vorrei che fosse chiaro che la sua posizione non è la posizione del partito. La posizione del partito è questa ampia consultazione con tutte le forze di opposizione alla destra, per trovare una soluzione politica - sottolinea - che costruisca l’Alleanza per il Sud».
Insomma, la video-lettera con cui il governatore uscente ha respinto al mittente (il Pd) l’invito a farsi da parte ha provocato il «tutti contro tutti» dentro il partito, ma anche dagli alleati arriva un netto «no». «Non parteciperemo alle primarie - scandisce il consigliere regionale Idv Giacomo Olivieri - siamo disponibili solo ad accordi politici».
L’ordine sparso dentro il Pd, dopo che perfino il leader Massimo D’Alema nell’ultima assemblea regionale del partito non è riuscito a mettere in riga tutti sull’esclusione di Nichi dalla corsa a governatore, era già visibile ieri in consiglio regionale. Pochi i presenti tra i banchi della maggioranza e perfino in quelli della giunta quando Vendola ha preso la parola sulla crisi dell’agricoltura. Un clima di tensione palpabile anche nelle parole usate ieri dal capogruppo Maniglio - un tempo «pontiere» tra i desiderata del partito e il governatore - nei confronti di Vendola, dopo che Nichi ha accusato i suoi detrattori di essere espressione di casta. «Chiedo più rispetto al presidente Vendola. I consiglieri sono in aula da cinque anni e mai hanno sollevato problemi e men che mai problemi riguardanti postazioni di potere. Stiamo parlando di persone che raccolgono consensi andando in giro per la Puglia emolti dei quali sono iscritti da più di 30 anni ai partiti: un pò di rispetto non guasterebbe perchè quello di Vendola assomiglia troppo al populismo che vediamo dalle altre parti».
Ma Maniglio va giù pesante anche col cosiddetto «partito degli assessori», ovvero gli esponenti di giunta del Pd che sono pronti a «disertare la linea» del partito per sostenere Vendola. Tra questi c’è Guglielmo Minervini, che chiede di mettere ai voti i pro e contro Nichi emersi nell’ultima assemblea. «Non abbiamo bisogno di guardiani della rivoluzione - dice il capogruppo - che ci ricordino quali sono le regole di un partito. Forse bisognerebbe tenere conto anche della maggioranza e non solo delle minoranze».
«Il Pd si faccia carico di costruire, insieme al presidente Vendola, un tavolo - incalza il deputato. Ritengo che l’Udc debba essere flessibile - dice il deputato Gero Grassi - nel considerare le ragioni di una coalizione uscente che ha ben governato la Puglia. Ritengo, però, che il presidente Vendola debba farsi carico di comprendere che la coalizione per le regionali prossime sia diversa da quella che lo suffragò nel 2005».
«Dobbiamo uscire da questo empasse sulla candidatura facendo ogni sforzo - dice l’assessore allo Sviluppo Loredana Capone - per tenere unita la coalizione e per questo mi pare giusto che sia Nichi, presidente uscente che legittimamente aspira ad una sua candidatura, a convocare le forze che vogliamo tenere unite e costruire insieme a loro la definizione del percorso. È evidente che, ove ci fossero davvero due candidati, solo il dialogo franco nella coalizione eventualmente aperto a tutti i cittadini pugliesi potrebbe consentire di sbrogliare questa difficile matassa». BEPI MARTELLOTTA
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