POTENZA - Una vera «gallina dalle uova d’oro». Il Potenza calcio, il campionato di Prima divisione erano diventati un modo per fare soldi a palate, in spregio ad ogni regola di lealtà sportiva e anche della legge.
È questa, in estrema sintesi, l’accusa che ha portato ieri in carcere otto persone, tra cui il presidente Giuseppe Postiglione e il boss Antonio Cossidente, ritenuto figura di spicco del clan dei Basilischi , condannato in primo grado e fino a ieri libero ma in regime di sorveglianza speciale.
Le misure eseguite dai carabinieri sono il frutto di un’inchiesta del procuratore antimafia Francesco Basentini durata tre anni che ha portato il Gip a decidere per gli arresti. In carcere sono finiti anche Pasquale Giuzio, uomo di fiducia di Postiglione, il commercialista Aldo Fanizzi, altre quattro persone ritenute vicine al presidente della società, Cesare Montesano, Alessandro Scavone, Michele Scavone ed Ettore Todaro, mentre ai domiciliari è stato posto un altro personaggio chiave dell’inchiesta, Luca Evangelisti, consulente sportivo del Taranto Calcio fino al 2007 e poi passato al Martina Franca dal gennaio 2008.
Le «uova d’oro» erano rappresentate dalle scommesse su incontri «predestinati», da partite apparentemente vendute, da minacce per condizionare gli incontri e dal tentativo di mettere in piedi un affare «da cento milioni di euro», vale a dire il nuovo stadio di Potenza con cittadella dello sport, servizi, negozi. Fatti che avevano fatto discutere in città ed erano alla base di contestazioni che, sempre secondo l’accusa, venivano zittite con minacce. In un caso, un tifoso sarebbe stato addirittura prelevato e portato avanti al presidente e al boss Cosentino perchè chiedesse scusa.
Un quadro cristallizzato a marzo scorso (data della richiesta di misure cautelari) mentre le indagini vanno ancora avanti. «Sono in corso indagini per accertare il livello super, all’interno delle altre società che rendevano possibili le combine - ha detto il comandante del reparto infoinvestigativo dei Carabinieri, il capitano Antonio Milone illustrando l’operazione - perchè emerge una regia di appartenenti al mondo sportivo che riusciva a condizionare l’esito degli incontri». «Intorno a Postiglione - ha aggiunto il comandante provinciale Domenico Pagano - è venuto alla luce un piccolo mondo in cui lui cercava di farsi spazio. E il problema non sono solo le partite del Potenza, ma le influenze che riusciva a esercitare su altre gare».
Fatti che buttano ombre sul campionato di calcio, sull’esistenza di una «cupola» in grado di determinare chi doveva essere promosso e chi si doveva salvare, e in grado di garantire a una cerchia id fortunati scommettitori ingenti vincite. Decine di migliaia di euro quelle documentate nei confronti di persone ritenute «prestanome» di Postiglione. E al momento una lista di nove partite fortunate quanto sospette: Ravenna Lecce di B, Poi Perugia Potenza, Sambenedettese-Potenza, Potenza Salernitana, e ancora Taranto-Sangiovannese, Massese-Taranto, Arezzo-Massese e Gallipoli-Crotone.
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