La giunta pugliese impugna il decreto sulla gestione dell'acqua
La decisione è stata adottata con una delibera in cui si sancisce il principio che l’acqua è «un bene comune dell’umanità». Con l’impugnazione, si legge in una nota, la Regione punta ad ottenere «il riconoscimento della propria competenza esclusiva in una materia che non può essere regolata come se fosse un ordinario servizio pubblico di rilevanza economica e pertanto assoggettabile alle regole della concorrenza»
20 Ottobre 2009
BARI - La giunta regionale pugliese ha deciso di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale l’art.15 del decreto legge 139 del 25 settembre 2009 ('Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi locali di rilevanza economicà), in riferimento alla competenza sulla gestione delle risorse idriche. L’Avvocatura regionale, alla quale è stato affidato l’incarico, ha tempo per l’impugnazione sino al 24 novembre, data entro la quale il decreto dovrà essere convertito in legge.
La decisione è stata adottata con una delibera di giunta, proposta dall’assessore alle Opere pubbliche, Fabrizio Amati. in cui si sancisce il principio che l’acqua è “un bene comune dell’umanità”. Con l’impugnazione, si legge in una nota, la Regione punta ad ottenere “il riconoscimento della propria competenza esclusiva in una materia che non può essere regolata come se fosse un ordinario servizio pubblico di rilevanza economica e pertanto assoggettabile alle regole della concorrenza”.
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