Università, non ci sono soldi per le borse di studio di Puglia
di ANTONELLA FANIZZI In Puglia solo il 54,4% degli studenti che ne ha diritto ottiene la borsa di studio. Nella classifica nazionale delle regioni censite, riesce a fare peggio soltanto il Molise (il grado di soddisfazione è del 32,7%). Non va meglio per i posti letto. I fuorisede delle università pugliesi devono accontentarsi di 1.555 alloggi, a fronte di un numero di idonei pari a 15.751 studenti • Gli studenti di destra e di sinistra bacchettano la Regione
17 Ottobre 2009
BARI - In Puglia solo il 54,4% degli studenti che ne ha diritto ottiene la borsa di studio. Nella classifica nazionale delle regioni censite, riesce a fare peggio soltanto il Molise (il grado di soddisfazione è del 32,7%). Non va meglio per i posti letto. I fuorisede delle università pugliesi devono accontentarsi di 1.555 alloggi, a fronte di un numero di idonei pari a 15.751 studenti: trova sistemazione nei collegi e nelle residenze il 55% dei richiedenti, con il picco più basso a Foggia (18% rispetto alla percentuale degli idonei). Il confronto con la Lombardia è utile a fotografare il disagio dei nostri giovani: a Milano e dintorni gli aventi diritto sono 15.481, ma i posti letto sono ben 5.386. Il trasporto pubblico nelle città universitarie pugliesi è inefficiente come i collegamenti con la provincia, i luoghi di socializzazione inesistenti, le convenzioni con i cinema, i teatri, le librerie sono inadeguati. La conseguenza si riflette nei numeri: 47mila ragazzi pugliesi si immatricolano altrove.
La Regione vuole però invertire la tendenza. La prima Conferenza di programmazione per il diritto allo studio universitario - che si è tenuta ieri nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza - è servita a mettere in evidenza le ombre, ma anche i progetti per il miglioramento della qualità dei servizi. La Regione stanzia 11 milioni di euro per le Università: 5,5 milioni servono a coprire il buco dei bilanci determinato dai tagli imposti dal governo Berlusconi, 4,5 vanno a sostenere il cambiamento (3 milioni sono destinati ai servizi), un milione è per l’Adisu, l’agenzia per il diritto allo studio, presieduta da Alba Sasso.
L’assessore Gianfranco Viesti suggerisce tre vie per rendere più attraenti le nostre università: un coordinamento con i Comuni per risolvere il problema dei trasporti (costruire sistemi integrati fra aziende municipalizzate e ferrovie per esempio), piani regolatori che prevedano abitazioni per gli studenti, lo sportello casa a Bari e Foggia per far incontrare domanda e offerta, combattere gli affitti a nero e calmierare i costi. La ripresa è nei fatti. «Negli ultimi sette anni - dice Viesti - gli iscritti in Puglia sono aumentati del 32%, a confronto dell’11% della media nazionale. La popolazione degli universitari conta 110mila unità, di cui 71mila a Bari, 28mila a Lecce e 10.500 a Foggia».
Il presidente della Regione Nichi Vendola insiste sul valore della formazione: «Le contrazioni di spesa su università, scuola, ricerca, spettacolo e innovazione dimostrano come il governo Berlusconi sta svalorizzando le attività culturali e il Mezzogiorno. L’università è invece la vera banca del Sud».
Il rettore dell’Ateneo barese, Corrado Petrocelli, pensa a come impiegare le risorse della Regione: «Ristrutturare il centro polifunzionale dell’ex Palazzo delle Poste, aprire le biblioteche fino alle 20 e incrementare i contratti di lavoro part-time per gli studenti. Stiamo ben operando: l’80% è soddisfatto della qualità degli insegnamenti, il 72% che si trasferisce al Nord confida in maggiori possibilità di occupazione e cerca una migliore qualità della vita ». ANTONELLA FANIZZI
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