Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, quand’era pubblico ministero, chiese l’archiviazione del fascicolo a carico dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e di altri tre indagati. La richiesta di archiviazione firmata da Emiliano è del 29 luglio 2003 ed è motivata dal fatto che – scriveva Emiliano nel provvedimento – “i termini per le indagini preliminari sono scaduti prima che la polizia giudiziaria fosse in grado di depositare l’informativa conclusiva” delle indagini stesse
22 Settembre 2009
BARI - Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, quand’era pubblico ministero, chiese l’archiviazione del fascicolo a carico dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e di altri tre indagati. La richiesta di archiviazione firmata da Emiliano è del 29 luglio 2003 ed è motivata dal fatto che – scriveva Emiliano nel provvedimento – “i termini per le indagini preliminari sono scaduti prima che la polizia giudiziaria fosse in grado di depositare l’informativa conclusiva” delle indagini stesse.
Probabilmente si trattava di un escamotage, a cui spesso ricorre l’ufficio del pubblico ministero, in tutte le procure, per archiviare il caso, farlo poi riaprire evidenziando che sono emersi fatti nuovi e far così decorrere nuovamente i termini per le indagini preliminari. Questo solo spiegherebbe la dichiarazione rilasciata da Emiliano l’11 settembre 2009: “io – affermò – Tarantini l’ho indagato ed ho trovato a suo carico nel 2001 indizi sufficienti a mio parere a determinarne il rinvio a giudizio e forse anche la condanna”.
La richiesta di archiviazione per Tarantini, firmata da Emiliano, fu accolta dal gip Maria Mitola tre mesi dopo, il 20 ottobre 2003. Prima di chiedere l’archiviazione, Emiliano però aveva stralciato la posizione di Tarantini e di altri tre indagati dal fascicolo principale, assegnato alla procura distrettuale antimafia, a carico di presunti esponenti di un clan malavitoso del nord barese.
Il fascicolo a carico di Tarantini venne riaperto, sempre dal gip Mitola, il 14 novembre 2003 su richiesta del pm inquirente Roberto Rossi, a cui era stato assegnato il fascicolo-stralcio. Lo stesso pm Rossi nel 2004 fece indagini integrative e solo il 25 giugno scorso ha ottenuto la relazione conclusiva dei carabinieri. All’inizio di luglio ha quindi fatto notificare a Tarantini e ad altri 22 indagati l’avviso di conclusione delle indagini per associazione per delinquere, falso e corruzione.
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