Processo in corso

Bari, disastro ferroviario 5 anni dopo. Emiliano: «Il mio cuore rivolto alle vittime»

Redazione online

Un minuto di raccoglimento in memoria delle 23 vittime

BARI - Un minuto di silenzio per ricordare le 23 vittime del disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta tra Andria e Corato è stato osservato anche nell’auditorium «Monsignor Picheri» della chiesa San Magno di Trani (provincia Bat), dove si celebra l’udienza del processo, sospesa alle 11.06, nel momento esatto della collisione.
«Anche per noi oggi non è una giornata come le altre - ha detto l’avvocato Michele Laforgia, difensore della società Ferrotramviaria, imputata del processo -. Cinque anni fa è accaduta una terribile tragedia che ha seminato morte, dolore, lutti. È una ferita che non si rimargina, in primo luogo per i parenti delle vittime. Oggi celebriamo il processo nello stesso giorno di quella tragedia. Potremmo considerarla semplicemente una coincidenza, forse addirittura inopportuno. Il momento del dolore richiede silenzio, raccoglimento, compassione. Io penso, noi tutti pensiamo, che non sia così. Chi si occupa di giustizia - ha aggiunto - ha un solo modo per rispettare le vittime e riparare ai torti: svolgere sino in fondo, con diligenza e con onore, il proprio lavoro. Vale per noi, difensori degli imputati. Vale per i pubblici ministeri, per i colleghi di parte civile, per il collegio giudicante, per il personale amministrativo, per tutti coloro che ci hanno permesso di celebrare questo processo anche durante la pandemia. È quello che continuiamo e continueremo a fare, perché è il nostro dovere, il nostro personale contributo alla verità e alla giustizia».

Nel processo sono imputate la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche, tra dipendenti e dirigenti dell’azienda, dirigenti del Ministero dei Trasporti e dell’Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi, organo periferico del ministero), accusati a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Sono costituite come parti civili la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, associazioni e familiari delle vittime.

«Sono trascorsi cinque anni dalla terribile tragedia che costò la vita a 23 persone e altre 51 ne portano i segni, fisici e morali. Quando il 12 luglio 2016, in una torrida giornata d’estate, due treni che viaggiavano sullo stesso binario si scontrarono nel tratto tra Andria e Corato, tutta la Puglia si fermò straziata dal dolore": è il ricordo del capogruppo di «Con Emiliano» in Consiglio regionale pugliese, Gianfranco Lopane.
«La Ferrotramviaria e altri 17 imputati sono chiamati a rispondere - prosegue - ma dopo 5 anni, quell'incidente, anche a causa del covid, di sostituzioni dei giudici e di vari spostamenti di sedi giudiziarie, non ha ancora colpevoli. Il rischio prescrizione è concreto, ma come ha detto la sorella di una delle vittime il dolore non si prescrive mai. Il ricordo è un dovere, così come è un dovere fare di tutto per evitare che tragedie come quella si verifichino ancora. Il mio pensiero, in questo giorno, va alle famiglie delle vittime, ai sopravvissuti e a tutti coloro la cui vita è cambiata per sempre. Nell’attesa che si faccia luce sulle responsabilità - conclude Lopane - siamo al fianco di chi soffre e di tutta la comunità pugliese».

«Ancora oggi chiediamo giustizia per quello che è accaduto. Quelle lamiere roventi bruciano ancora nel ricordo di tutti noi. Non dobbiamo dimenticare quello che è accaduto e la speranza è che anche grazie al sacrificio di quelle persone, le modifiche che ci sono state alla normativa nel nostro Paese ci possano permettere di viaggiare in sicurezza su un mezzo di trasporto ferroviario». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Anci (Associazione Comuni), Antonio Decaro, alla commemorazione per il quinto anniversario della strage ferroviaria che nella tratta tra Andria e Corato, il 12 luglio 2016, causò la morte di 23 persone.
La cerimonia, con un minuto di silenzio alle 11.06, momento della collisione, si è svolta dinanzi alla stazione centrale di Bari, dove da cinque anni c'è una lapide a ricordare i nomi delle vittime. «Questo è il luogo - ha detto Decaro - dove ogni giorno salgono e scendono dal treno migliaia di persone. La giornata di oggi è una giornata complicata non solo per i familiari, per gli amici e per i colleghi di quelle 23 persone. È una giornata difficile da ricordare anche per la comunità, una collettività che si è stretta allora attorno a quelle famiglie e si sta stringendo anche oggi in ricordo della memoria di quelle persone che hanno perso la vita. Io sono diventato ingegnere dei trasporti perché mio padre era un macchinista delle Ferrovie dello Stato - ha ricordato il sindaco di Bari - . Per tante persone come me quel treno rappresenta un simbolo di libertà, di innovazione dal punto di vista tecnologica. Quel giorno si trasformò in un simbolo del dolore, del lutto, della tristezza per la morte di 23 persone. Che non sia - ha concluso Decaro - un sacrificio vano».

Alla commemorazione hanno partecipato anche i sindaci degli altri Comuni di origine delle vittime delle province di Bari e Bat (Barletta-Andria-Trani) e i familiari di queste ultime.

«Sono trascorsi cinque anni dal disastro ferroviario fra Andria e Corato. Il dolore, lo sgomento e la paura sono sempre lì. Non c'è ancora la parola fine: è come se questa ferita non si rimarginasse mai». Lo dichiara la capogruppo in Consiglio regionale pugliese del M5S, Grazia Di Bari, ricordando l’incidente ferroviario che costò la vita a 23 persone.
«Il percorso lentissimo della giustizia - prosegue - è stato complicato dalla pandemia. I servizi ai pendolari sono ancora lacunosi. Le ragioni dell’incidente sono ancora tutte lì. I lavori per il raddoppio dei binari procedono, ma non sono ancora completati. Il sistema di controllo di marcia treno elettrico è stato allungato, ma dovrà essere calibrato sul completamento dei lavori; l’eliminazione dei passaggi a livello ci sarà ma non c'è ancora ufficialmente; i lavori proseguono molto lentamente e forse termineranno nel 2024. Forse torneremo a viaggiare normalmente a dieci anni dalla tragedia. È nostro dovere tenere vivo il ricordo delle 23 vittime e - conclude Di Bari - dare il massimo sostegno alle loro famiglie e alle 51 persone ferite».

LE PAROLE DI EMILIANO - «Sono passati cinque anni da quella drammatica mattina del 12 luglio 2016 in cui persero la vita 23 persone nel disastro ferroviario sulla tratta Andria-Corato. Il nostro cuore e i nostri pensieri sono rivolti alle vittime, alle loro famiglie, a chi è rimasto ferito e a tutti coloro che sono stati toccati da questa tragedia. Non dimentichiamo». Lo scrive su facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ricordando l’incidente ferroviario di cinque anni fa nella provincia di Barletta-Andria-Trani (Bat). (Foto Luca Turi)

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