L'intervista
Vitali: «Il governo a casa? Sarebbe troppo comodo»
Il senatore ex Forza Italia blocca le 'sirene' e rilancia
Senatore Luigi Vitali, lei è uscito da Forza Italia nel luglio del 2019, ma fa ancor parte del gruppo a Palazzo Madama. Perché?
Per gli ottimi rapporti di amicizia che mi legano a Annamaria Bernini e agli altri colleghi. Diciamo che abuso della loro cortesia.
Potrebbe essere uno dei «volenterosi» di cui ha bisogno il governo?
No, sono nel centrodestra e resto nel centrodestra.
Qualcuno l’ha cercata?
Sì certo.
Chi?
Non glielo posso dire, ma è ovvio che si tratta di esponenti della maggioranza. Il discorso comunque come si è aperto si è chiuso. Ripeto sono nel centrodestra e, anche se ho ottimi rapporti con esponenti della sinistra e dei 5Stelle, resta una questione aperta tra me e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Che questione?
Semplicemente abbiamo una visione della Giustizia che è agli antipodi. Un problema irrisolvibile, politico, non personale.
Senatore, lei ha votato contro la fiducia a Conte, ma si dice contrario alle elezioni anticipate. Non le pare un’incongruenza?
No, questo governo ha il dovere di cercare una maggioranza e risolvere tutti i problemi che ha contribuito a creare. Se ne deve assumere la responsabilità. Mi auguro che riesca in questa operazione.
Salvini, Meloni e, forse, anche Berlusconi la pensano diversamente...
Guardi, il centrodestra vincerebbe le elezioni se si votasse oggi, il prossimo anno o fra due anni. Non ci sono dubbi. Però ora si troverebbe ad affrontare una situazione drammatica di cui non ha colpe.
Quindi conferma, nessuna tentazione di passare nelle fila dei responsabili?
No, oltretutto non ho ambizioni di essere ricandidato, sono sempre stato, e oggi a maggior ragione, una persona libera. Questo è il mio ultimo giro, non vivo di politica. Di conseguenza di questi giochini in atto, non me ne può fregare di meno.
Per quella che è la sua esperienza, il caso-Cesa chi danneggia maggiormente, la maggioranza o le opposizioni?
Non so, Cesa si è dimesso da segretario dell’Udc e credo che ora più che pensare alla crisi, sia impegnato a difendersi. Credo forse danneggi più Conte che stava appunto pensando di coinvolgere i centristi.