"Pacchetto sicurezza" rivolta al Cei di Bari danni per migliaia di
Due extracomunitari sono stati fermati dalla polizia con l'accusa di devastazione e saccheggio a seguito dei disordini avvenuti la notte tra il 15 e il 16 agosto scorsi nel Centro di identificazione ed espulsione di Bari-Palese. Quella barese è soltanto l'ultima rivolta degli extracomunitari (dopo Torino, Lamezia, Milano, Gorizia). Gli immigrati protestano perché le nuove norme del "pacchetto sicurezza" prevedono che i clandestini possano essere trattenuti nei Centri per 6 mesi
17 Agosto 2009
BARI – Due extracomunitari sono stati fermati dalla polizia con l’accusa di devastazione e saccheggio a seguito dei disordini avvenuti la notte tra il 15 e il 16 agosto scorsi nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Bari-Palese. Si tratta di un tunisino di 25 anni e di un marocchino di 30, identificati grazie alle riprese delle telecamere a circuito chiuso del Centro identificazione ed espulsione. Alla devastazione – a quanto si è saputo – ha partecipato una cinquantina di extracomunitari, che ha cercato senza successo di evadere. I danni pare ammontino a decine di migliaia di euro.
Quella barese è soltanto l'ultima rivolta degli extracomunitari trattenuti nei Cei del nostro Paese. Altri ci sono stati a Torino, Lamezia, Milano, Gorizia. Gli immigrati protestano contro le nuove norme del "pacchetto sicurezza" che prevede che i clandestini possono essere trattenuti nei Centri fino a un massimo di 6 mesi.
Prima che entrasse in vigore questa legge, la convalida dell'espulsione comportava la permanenza dell'immigrato nel Centro per 30 giorni, prorogabili per ulteriori 30 estendibili - dal questore - fino a 120 giorni, cioè 4 mesi.
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