E' di crisi nera la fotografia della situazione pugliese fatta dall’assessorato regionale al Lavoro. Lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto è al primo posto per numero di cassintegrati (circa 6500 sino a fine anno, la metà della forza lavoro). In cassa integrazione ci sono anche circa 1500 lavoratori del Distretto del salotto murgiano che fa capo a Natuzzi, 250 dipendenti tessili della jonica Miroglio e mille addetti dello stabilimento barese della Bosch • «Anche in Basilicata si rischia un altro caso Innse»
13 Agosto 2009
BARI – La più grossa azienda europea che produce laminati d’acciaio, imprese metalmeccaniche, del mobile imbottito e del settore tessile, per finire agli ipermercati e ai call center. La crisi economica in Puglia ha colpito pesantemente il mercato del lavoro con migliaia di lavoratori in cassa integrazione, molti dei quali temono di finire in mobilità.
La fotografia della situazione pugliese, fatta insieme con fonti dell’assessorato regionale al Lavoro, vede lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto al primo posto per numero di cassintegrati (circa 6500 sino a fine anno, la metà della forza lavoro). In cassa integrazione ci sono circa 1500 lavoratori del Distretto del salotto murgiano che fa capo a Natuzzi, 250 dipendenti tessili della jonica Miroglio e mille addetti dello stabilimento barese della Bosch.
Sono in mobilità da pochi giorni 140 dipendenti dell’ipermercato Carrefour di Bari; stanno per andarci i 200 telefonisti di Omnianetwork di Bitritto (Bari), call center che lavora per l’Inps nazionale e che tra poco vedrà non rinnovarsi l'appalto vinto da una società abruzzese.
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