BARI - Prestavano piccole somme di danaro a tassi usurari a chi non poteva fare la spesa in macelleria, oppure a chi non era in grado di acquistare scarpe griffate per la propria figliola: anche per questi fatti, agenti della squadra mobile della questura di Bari stanno arrestando sette persone accusate di aver elargito prestiti, soprattutto alla povera gente, a tassi compresi tra il 60 e il 500% l’anno.
Il provvedimento restrittivo è firmato dal gip del tribunale di Bari Anna Polemio, che ha accolto le richieste del pm della Dda Eugenia Pontassuglia. Agli indagati vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all’usura e all’estorsione. I fatti contestati fanno riferimento al 2008. Circa 120 le vittime degli usurai che la squadra mobile, diretta da Luigi Liguori, ritiene di aver accertato.-
Tra le sette persone arrestate (quattro ai domiciliari, tre in carcere) ci sono sei tra familiari e parenti del presunto capo del sodalizio criminale, un ausiliario dipendente del policlinico di Bari. Oltre all’uomo il provvedimento restrittivo è stato notificato a sua moglie, a suo figlio, alla madre, ad una zia e al marito di quest’ultima. Nel provvedimento cautelare si fa riferimento ad un numero indeterminato di delittì compiuti dagli indagati per prestiti concessi ad usura per somme fino a 20.000 euro. La polizia sta procedendo al sequestro di numerosi beni: una quindicina di appartamenti e una decina di autovetture.
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