sanità
Bari, aumento costo farmaco fibrosi cistica per bimbi: inchiesta dell'Antitrust
L' Asl aveva denunciato l'aumento della cura pediatrica rispetto a quella degli adulti: costa 30mila euro in più
BARI - L’Antitrust ha aperto un fascicolo sul caso dell’Orkambi, il farmaco innovativo per il trattamento della fibrosi cistica che una multinazionale americana sta vendendo alla Asl di Bari a un prezzo irragionevolmente diverso tra la versione per adulti e quella pediatrica. È l’effetto dell’esposto che il direttore generale Antonio Sanguedolce ha inviato la scorsa settimana dopo la segnalazione della farmacia ospedaliera: il ciclo di cura per i bambini, assolutamente identico all’altro ma con un dosaggio minore di uno dei due principi attivi, costerà alle casse pubbliche il 25% in più.
La fibrosi cistica è la più diffusa tra le malattie genetiche gravi: comporta difficoltà respiratorie e ha come conseguenza l’ostruzione del pancreas, che impedisce l’assimilazione del cibo e blocca lo sviluppo. L’Orkambi può dare benefici ai pazienti che hanno ereditato la mutazione genetica da entrambi i genitori. La confezione per gli adulti, per un trattamento di 28 giorni, costa 10.492 euro più Iva. Quella per i bambini sotto i 12 anni, invece, ne costa 12.944, ovvero quasi il 25% in più, e nella prima risposta alla farmacia della Asl Bari, la sede italiana della multinazionale Vertex ne aveva chiesti circa 15mila. Il ciclo di cura pediatrica, dunque, costa 202mila euro l’anno, 30mila in più rispetto a quello per gli adulti.
L’utilizzo di questo farmaco è da poco autorizzato in Italia anche per i bambini, e sono già due a Bari le terapie autorizzate: la Asl ha già provveduto a disporre l’ordine. Ma, a fronte di quella che ha definito «una disparità di prezzo intollerabile e senza alcuna spiegazione razionale», Sanguedolce ha inviato un esposto all’Autorità garante per la concorrenza con l’obiettivo di segnalare un possibile abuso di posizione dominante. Nei giorni scorsi, l’Authority ha confermato l’avvio di una valutazione preliminare per verificare se esistono i presupposti per avviare l’istruttoria.
La Vertex, una multinazionale americana quotata in Borsa, ha ovviamente il legittimo interesse a massimizzare il profitto. Ma mentre il farmaco per gli adulti è già negli elenchi Aifa (e dunque ha un prezzo definito), quello pediatrico è in regime di libera vendita e sarà oggetto di successiva contrattazione con l’Agenzia per il farmaco: la base sarà proprio il prezzo che oggi il produttore riesce a spuntare con le Asl italiane. Tuttavia il rischio evidenziato dalla Asl di Bari è che ci si trovi di fronte a una questione più commerciale che medica, perché nella versione pediatrica dell’Orkambi uno dei due principi attivi ha lo stesso dosaggio rispetto a quello degli adulti, mentre il secondo è la metà, impedendo così di spezzare la pastiglia per adulti come spesso si fa con altre cure simili. «Ogni volta che ordiniamo questo farmaco - dice Sanguedolce - stiamo sottraendo senza motivo 30mila euro ad altri capitoli dell’assistenza per garantire un profitto ingiustificato a questa multinazionale».
Del caso, raccontato domenica scorsa dalla «Gazzetta», si è occupato ieri anche il consigliere regionale Mario Conca che ha segnalato la questione al ministro Giulia Grillo e ai parlamentari delle commissioni Salute. «Siamo di fronte - dice l’esponente barese del gruppo M5S - ad un comportamento a dire poco immorale e che fa il paio con quanto sta accadendo per l’acquisto dei dispositivi Free Style per la misurazione della glicemia. Ho chiesto anche alla Regione e alle Asl le iniziative che intendono mettere in atto per contrastare questo tipo di comportamenti. I cittadini hanno il diritto di curarsi con tutti i farmaci e i dispositivi di ultima generazione». [m.scagl.]