Maturità, il «quizzone» «Facile» per gli studenti dello Scacchi a Bari
Terzo e ultimo scritto stamani per i quasi 500mila candidati alle prese con gli esami di Maturità. Stavolta i ragazzi si sono cimentati con il cosiddetto «quizzone», un pacchetto di test che, a differenza delle due precedenti prove, sono predisposti non dal ministero ma dalle varie commissioni esaminatrici. «Più facile del previsto» hanno commentato alcuni studenti del Liceo scientifico «Scacchi» di Bari, all'uscita dalla prova
29 Giugno 2009
BARI – «Piu' facile del previsto»: e' il commento unanime degli studenti che oggi a Bari hanno affrontato la terza prova scritta dell’esame di Maturità, il cosiddetto quizzone multidisciplinare, con il quale in Italia si sono cimentati in 500.000. Sia gli studenti del liceo scientifico Scacchi, sia quelli dell’istituto statale per geometri Pitagora, non hanno dubbi: «avevano ingigantito la cosa – dicono all’uscita di scuola – invece è stata per tutti una vera passeggiata». Fuori dallo Scacchi, quando mancava ancora un’ora alla fine della prova, programmata per le 11.45, cominciavano ad affacciarsi i primi ragazzi con i volti sorridenti. «Io ero preparatissima – racconta Alessia Dioguardi – ma la prova era davvero facile». Si è copiato? «Non ce n'era proprio bisogno - risponde – anche perchè erano argomenti trattati durante l'anno». Infatti, a differenza delle precedenti due prove scritte, le domande per il quizzone le ha decise la commissione esaminatrice e non il ministero dell’Istruzione. Per il liceo barese, la prova è consistita in cinque macroquesiti, ai quali rispondere in massimo 20 righe, su Biologia (sistema circolatorio), Latino, Storia (seconda guerra mondiale), Inglese (Modernismo e Teatro) e Arte (post-impressionismo, Cubismo, Van Gogh). Tempo massimo a disposizione: tre ore. A far tirare un sospiro di sollievo agli esaminandi, l’esclusione di Fisica e Filosofia. I professori, assicurano gli studenti, non hanno anticipato nulla sulle domande. «Anzi – dice Sebastiano Campobasso – alcuni docenti avevano garantito di formulare quesiti solo su un autore, invece ne hanno messi due. Nonostante tutto è andata alla grande e ora ce ne andiamo al mare». Alcune sezioni del liceo avevano la stessa commissione che ha proposto, però, diversi 'quizzonì agli studenti. E’ il caso della '5aE' e della '5aH'. Nella prima gli esaminandi si sono confrontati su Giovenale e la Satira, nella seconda hanno risposto su Lucrezio. «Comunque – spiega Simona Costantino – le domande erano molto semplici, non c'era bisogno di rifletterci su per molto tempo».
«E' andata bene» anche agli aspiranti geometri del 'Pitagora', che hanno dovuto rispondere in tre ore a due domande per ognuna delle cinque materie proposte, con un massimo di 14 righe e un minimo di 10. Nel loro quizzone c'erano Topografia, Costruzioni, Diritto, Storia (guerra civile spagnola e fascismo), Educazione fisica; e per alcuni anche Inglese. Gianni e Maria, tra i primi a finire, commentano saggiamente: «Bastava studiare bene durante l’anno, noi l’abbiamo fatto e ci è andata molto bene». Comune a tutti gli studenti del 'Pitagora', è l’impressione sulla vigilanza dei professori: «Non ci aspettavamo fossero così rigidi, continuavano a passeggiare ripetutamente fra i banchi». Vito e Diego, «soddisfatti del loro lavoro», dicono: «Temevamo fosse più difficile soprattutto per quanto riguarda le domande 'tecniche', invece non ci è venuta neppure la voglia di copiare».
Il «quizzone» è stato il terzo e ultimo scritto stamani per i quasi 500mila candidati alle prese con gli esami di Maturità, un pacchetto di test che, a differenza delle due precedenti prove, sono predisposti non dal ministero ma dalle varie commissioni esaminatrici. Una prassi che però potrebbe presto cambiare: il ministro Gelmini, infatti, ha in mente per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori un esame più «europeo» e pensa di affidare all’Invalsi (Istituto per la valutazione del sistema d’istruzione) la messa a punto di una prova, uguale per tutti, basata su test a risposta multipla con l'obiettivo di garantire omogeneità di giudizio su tutto il territorio nazionale
I test di stamattina riguardavano non più di cinque discipline e non si discostano dalle simulazioni e dalle esercitazioni svolte dai ragazzi durante l’anno scolastico. Adottata ormai da 11 anni consecutivi (fu introdotta nel 1999 dopo l’introduzione di un decreto ministeriale ad hoc, datato luglio 1998), la terza prova può contenere diverse tipologie di domande. L’unico vincolo è che non possono riguardare più di cinque discipline. È ampio il ventaglio di quesiti che comporranno il «quizzone»: si va dalla trattazione sintetica di argomenti (non più di cinque), ai quesiti a risposta singola (da dieci a quindici), fino a quelli (forse più comuni) a risposta multipla (da trenta a quaranta). I commissari possono però anche proporre problemi scientifici a soluzione rapida, tali cioè da non richiedere calcoli complessi (al massimo due), casi pratici e professionali (anche questi non oltre due) oppure lo sviluppo di un vero e proprio progetto. Ogni commissione ha comunque l’obbligo di dedicare «un breve spazio - spiega la normativa - destinato all’accertamento della conoscenza della lingua o delle lingue straniere comprese nel piano di studi dell’ultimo anno».
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