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Marco Seclì
07 Marzo 2019
LECCE - Due sconfitte consecutive lontano dal «Via del Mare» potrebbero far suonare un campanello d’allarme. Ma il Lecce non soffre di mal di trasferta e, se proprio si vuole trovare una pecca, la si può individuare nella permeabilità difensiva. Nove gol subiti nelle ultime quattro partite sono un po’ troppi per una squadra che ha la possibilità di ambire al grande salto.
Nonostante i ko di Cittadella e di Palermo, però, il rendimento esterno resta di prim’ordine. Il Lecce è secondo nella classifica dei punti conquistati fuori casa: 19, frutto di cinque vittorie, quattro pareggi e cinque sconfitte nelle 14 gare fin qui disputate.
Meglio ha fatto solo il Palermo, con 21 punti guadagnati (ma in 12 uscite). La capolista Brescia è terza con 17 punti in 13 partite.
Analizzando gli ultimi cinque turni, i giallorossi hanno inanellato, nell’ordine, un pareggio (1-1 alla Spezia), una vittoria (1-2 a Salerno), un altro pareggio (1-1 a Venezia) e poi sono arrivate le due ultime sconfitte, a Cittadella (4-1) e a Palermo (2-1).
Due frenate molto diverse tra loro, perché se al «Tombolato» il Lecce ha offerto la peggiore prestazione stagionale, sembrando irriconoscibile, sabato scorso al «Barbera» ha giocato alla pari contro un avversario del calibro dei rosanero. Solo il portiere Brignoli e un pizzico di sfortuna hanno negato, in più occasioni, prima il pareggio e poi, sullo 0-2, la rete che avrebbe riaperto i giochi, arrivata solo con l’eurogol di Tabanelli a tempo praticamente scaduto. Ma la prova è stata da elogiare e, dopo la vittoria interna di tre giorni prima con il Verona, ha ribadito che la squadra di Liverani può competere con tutti.
Resta la nota dolente dei troppi gol. I quattro incassati a Cittadella possono essere collegati alla giornata storta che non ha risparmiato nessuno. In altre occasioni, invece, è lecito muovere appunti a una fase difensiva (Liverani raramente attribuisce responsabilità a singoli) non impeccabile. È accaduto contro il Livorno, con palloni persi in fase di possesso costati il doppio vantaggio toscano, poi ribaltato dalla doppietta di La Mantia e dal sigillo di Arrigoni. Il gol della bandiera del Verona nel successo per 2-1 è stato un infortunio del portiere Vigorito.
Colpe da distribuire equamente tra i giallorossi sono tornate a Palermo, dove la scarsa aggressività nella chiusura sugli avversari ha portato ai centri decisivi di Trajkovski e Puscas.
Così, tra le prime otto della classifica, il Lecce è la squadra più perforata, con 35 gol incassati. Il Perugia ne ha subiti 34, la capolista Brescia 33, il Pescara 31, il Verona 29, il Benevento 26; Palermo e Cittadella vantano le difese meno battute, con 23 reti.
Il dato è ampiamente compensato dalla vocazione offensiva che, tirando le somme, permette al Lecce di occupare il sesto posto nella classifica generale con 41 punti, sei in meno della leader Brescia e cinque in meno del Palermo, secondo. Un attacco mitraglia capace di andare a segno ben 41 volte. Preceduto solo da quello della capolista: trascinati dal capocannoniere Donnarumma, le rondinelle lombarde segnano a valanga: 53 gol. Terzo il Pescara con 38, seguito dal Palermo con 37, da Benevento e Perugia con 36, dal Verona con 35 e dal Cittadella con 28.
VERSO IL DERBY Sabato pomeriggio alle 15 il Foggia sarà ospite del Via del Mare in una partita che offre numerosi motivi di attrazione. Ieri è rientrato nei ranghi Majer, reduce da allenamenti differenziati. Lavoro a parte solo per Scavone e Palombi.
Il colpo d’occhio sugli spalti si preannuncia all’altezza di un derby. Peccato solo per il divieto che impedirà ai sostenitori rossoneri di seguire la squadra nel Salento.
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