Rilievi degli ispettori sulle inchieste a carico di Fitto
Si è conclusa con alcuni rilievi su come i pm di Bari hanno condotto le inchieste a carico dell’ex presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto l’ispezione voluta lo scorso marzo dal ministro della Giustizia Angelino Alfano. Gli ispettori del ministero hanno consegnato il loro rapporto in cui – a quanto ha appreso - sarebbe stata appurata una ritardata iscrizione nel registro degli indagati dell’attuale ministro per gli Affari Regionali
19 Giugno 2009
ROMA – Si è conclusa con alcuni rilievi su come i pm di Bari hanno condotto le inchieste a carico dell’ex presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto l’ispezione voluta lo scorso marzo dal ministro della Giustizia Angelino Alfano. Gli ispettori del ministero hanno consegnato il loro rapporto in cui – a quanto ha appreso - sarebbe stata appurata una ritardata iscrizione nel registro degli indagati dell’attuale ministro per gli Affari Regionali. Spetterà ora al Guardasigilli decidere se avviare o meno l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati di Bari che hanno condotto due inchieste su Fitto per il periodo nel quale era presidente della Regione (fino al 2005).
I magistrati che hanno coordinato le inchieste 'Cedis' e 'La Florita' sono i pm Roberto Rossi, Lorenzo Nicastro e Renato Nitti. Per la prima inchiesta Fitto è già stato rinviato a giudizio per concorso in turbativa d’asta e interesse privato del curatore nella procedura di amministrazione straordinaria della catena di supermarket Cedis; per l’altra indagine, pende dinanzi al gup di Bari una richiesta di rinvio a giudizio per Fitto (per associazione per delinquere, concorso in corruzione, illecito finanziamento ai partiti, falso e peculato) e per una settantina di altri imputati, tra cui l’editore ed imprenditore romano Gianpaolo Angelucci.
Gli ispettori del ministro Alfano erano arrivati in procura, a Bari, lo scorso marzo, suscitando le reazioni di protesta dell’Associazione nazionale magistrati, l’invio da parte di Fitto di un esposto al Csm e al Guardasigilli. In quell'atto il ministro per gli Affari Regionali lamentava, tra l'altro, la sua «ritardata iscrizione nel registro degli indagati» e la «illegittimità» della richiesta di autorizzazione a intercettazioni telefoniche. Non solo: Fitto si doleva anche della partecipazione al 'Vaffa Day' di Grillo da parte del Roberto Rossi, uno dei pm che aveva indagato su di lui, e denunciava un «metodo persecutorio» di indagine da parte dei magistrati della procura di Bari, segnalando una «ripetuta fuga di notizie».
I riscontri degli ispettori del ministro Alfano sarebbero positivi solo per quanto riguarda la ritardata iscrizione nel registro degli indagati. Gli '007' del ministro, inoltre, non avrebbero proposto alcuna misura cautelare nei confronti dei pm. Il Guardasigilli – secondo quanto si è appreso – non avrebbe ancora letto e valutato la relazione dell’ispettorato ma sarebbe intenzionato a prendere tutto il tempo necessario per farlo: davanti a sè ha un anno di tempo da quanto ha ricevuto il fascicolo per decidere se esercitare l’azione disciplinare.
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