Manfredonia, moria di pesci ora è allarme nel golfo
di ANNA MARIA VITULIANO Nessuno finora ha fornito spiegazioni nè sul fenomeno e sulle cause che l’ha provocato nè tanto meno sui provvedimenti che si stanno o si intendono adottare. Un vuoto che lascia ampio spazio alle supposizioni e alle ipotesi, prima fra tutte quella dell’alga rossa che potrebbe aver infestato il mare, e al rischio di ingenerare facili allarmismi e compromettere la stagione turistica sul Gargano
18 Giugno 2009
di ANNA MARIA VITULANO
MANFREDONIA - Pesci senza vita sono stati rinvenuti sul litorale di Siponto, trascinati a riva dalle correnti. L’allarme era scattato nei giorni scorsi a Mattinata dopo i primi ritrovamenti su quel tratto di costa garganica. Una moria di pesci, apparentemente branzini del peso di circa mezzo chilogrammo, si ora è verificata anche a sud di Manfredonia, dove alcuni giorni fa i titolari di alcuni lidi hanno anche segnalato ampie striature di colore rossastro nel mare e uno sgradevole odore che si è avvertito per diverse ore, domenica mattina, in prossimità del bagnasciuga.
Cresce l’apprensione, soprattutto da parte di chi gestisce i lidi: come ci comportiamo? cosa dobbiamo dire ai nostri clienti? da chi possiamo avere qualche risposta o chiarimento? Sono le domande più ricorrenti, alle quali finora non ha fatto seguito alcuna risposta. M.U. ha interpellato l’Arpa, la Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto, l’assessorato comunale all’ambiente, l’asl. Ma nessuno finora ha fornito spiegazioni nè sul fenomeno e sulle cause che l’ha provocato nè tanto meno sui provvedimenti che si stanno o si intendono adottare. Un vuoto che lascia ampio spazio alle supposizioni e alle ipotesi, prima fra tutte quella dell’alga rossa che potrebbe aver infestato il mare, e al rischio di ingenerare facili allarmismi e compromettere la stagione turistica sul Gargano. Le alghe rosse trovate nella diga sono prodotte da un batterio, il “Planktothrix r ubescens”, che libera delle tossine potenzialmente pericolose per la salute umana. Le tossine emesse da questi batteri, identificate anche come “microcistina RR”, sono altamente tossiche e possono generare patologie oncologiche che colpiscono il sistema epatico e gas trointestinale. Nonostante le notizie confortanti giunte nei giorni scorsi, le informazioni restano molto approssimative: non si conoscono ad esempio i risultati di tutte le analisi effettuate sulle acque del bacino dell’Occhito sia a monte che a valle del potabilizzatore per la determinazione delle concentrazioni di microcistine e del numero di cellule presenti nell’acqua, a partire dalla prima rilevazione.
Il ritrovamento dei pesci spiaggiati a Siponto è un dato incontrovertibile che non può non avere una spiegazione. “Ci auguriamo che resti un episodio isolato, del tutto estraneo alla problematica dell’alga rossa e che non sia determinato da altro tipo di inquinamento. La stagione turistica è ormai avviata - dichiara M.U.- e vorremmo poter lavorare serenamente e sicuri di poter dire che nel nostro mare non si nasconde il pericolo. Le istituzioni ci aiutino a ritrovare queste condizioni senza lasciar trascorrere tempo prezioso con il rimpallo delle responsabilità e delle competenze”.
Lascia un commento:
Condividi le tue opinioni su