Lo ha detto l’ammiraglio Paolo La Rosa, capo di stato maggiore della Marina militare, parlando con i giornalisti a Taranto a margine della cerimonia di avvicendamento del comandante della squadra navale. Il riferimento è alla nave italiana catturata in Somalia con a bordo anche alcuni marittimi molfettesi • L'amm. Binelli nuovo comandante della squadra navale a Taranto
29 Aprile 2009
TARANTO – L'impiego di uomini armati a bordo di mercantili o navi passeggeri per contrastare la minaccia dei pirati «non so se sia opportuno o meno: di sicuro il rischio è che inneschi una escalation di violenza che può finire fuori controllo». Lo ha detto l’ammiraglio Paolo La Rosa, capo di stato maggiore della Marina militare, parlando con i giornalisti a Taranto a margine della cerimonia di avvicendamento del comandante della squadra navale. «Secondo La Rosa quello della pirateria «è un fenomeno antico, che è sempre esistito e contro il quale siamo anche oggi impegnati con tutti i mezzi e gli strumenti che abbiamo a disposizione».
L’ammiraglio ha quindi ricordato l’impiego di navi delle marine militari di molti paesi nel Golfo di Aden e nell’Oceano indiano: «si tratta di un grande sforzo internazionale – ha detto – che richiederebbe però un maggior coordinamento per essere ancora più efficace. Ma il vero contrasto alla pirateria – ha aggiunto – dovrebbe avvenire a terra, laddove i pirati hanno le loro basi».
Il capo di stato maggiore della Marina è invece scettico sulle misure di difesa fai da te, che pure si sono dimostrate efficaci nel caso dell’attacco al transatlantico Melody: «a parte le questioni di natura giuridica c'è da ipotizzare – ha sottolineato – che se il 'bersagliò si dota di pistole o fucili, la 'minaccià possa dotarsi di armi ancora più potenti e questo porterebbe ad una escalation senza controllo».
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