In Puglia e Basilicata
02 Aprile 2009
TARANTO - Basile, Natuzzi in crisi. Ma i 1540 lavoratori in esubero devono temere per il posto di lavoro?
«Chiariamo una cosa: a giugno Natuzzi non licenzia nessuno».
Allora è il solito allarmismo dettato dalla crisi o dal suo «fantasma»?
«Martedì abbiamo presentato ai sindacati il piano industriale per il biennio 2009-2011. Siamo scesi nei dettagli, definendo la strategia aziendale unita allo scenario di mercato. Nell’ultimo capitolo abbiamo parlato di numeri. Natuzzi ha una sovracapacità produttiva che si traduce in 1540 addetti: personale in esubero che va gestito. In quel numero sono compresi i 1200 lavoratori in cassa integrazione straordinaria da circa tre anni».
Ammetterà che sentir parlare di esuberi, con l’aria che tira, fa venire i brividi...
«La crisi non la nascondiamo. Ma licenziamenti, ripeto, non ne abbiamo annunciati. La capacità produttiva è in sovraccarico da tre anni. Il piano industriale dice chiaramente una cosa: entro il 2011 non potremo far rientrare in azienda quel numero di lavoratori ora in esubero».
Che fare, allora?
«Continuare il confronto con i sindacati per individuare un percorso comune che consenta di gestire la crisi. L’azienda non ha aperto formalmente alcuna procedura di mobilità. Ha solo dichiarata una effettiva sovrapproduzione. Il confronto con i sindacati, negli anni scorsi, ha prodotto buoni risultati. Certo il contesto attuale è più difficile perché c’è la crisi».
Difficile da superare...
«Nell’incontro romano abbiamo detto ai sindacati che per il Gruppo Natuzzi il valore della responsabilità sociale rimane forte. Siamo un’azienda che ha uin’anima manifatturiera radicata nelle Murge: Taranto, Bari, Matera. Questa è una storia che Natuzzi vuole conservare. Ma la responsabilità sociale deve essere guidata da un principio di sano realismo. Non vorremmo prescindere da questo realismo, peccheremmo di irresponsabilità. Non intendiamo abbandonare il territorio, abbiamo un nome, un cognome e un’anima, il momento è difficile, lo scenario di mercato è drammatico».
E’ ipotizziabile un prolungamento della cassa integrazione straordinaria?
«Non si possono fare previsioni. Chiaramente inizieremo il confronto con i sindacati e ci auguriamo un percorso condiviso. Guardiamo con attenzione e rispetto ai 1540 lavoratori: 1540 persone, 1540 famiglie. Nel piano industriale,per esempio, è prevista l’esternalizzazione della falegnameria. Occupa 73 persone, copre il 13 per cento del fabbisogno del Gruppo Natuzzi; ma dobbiamo variare i costi, perché strutture a costo rigido sono ormai insostenibili con la crisi. Affideremo all’esterno l’attività, ma siamo disponibili, qualora i dipendenti creino cooperative, a concludere accordi quadro perché possano, ad esempio, costruire fusti per l’azienda da esterni. Ci rendiamo conto della gravità del problema e vogliamo essere vicini ai lavoratori».
[fulvio colucci]
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