In Puglia e Basilicata
22 Marzo 2009
di Vincenzo Sparviero
BRINDISI - Hanno chiamato in causa i politici. Per ottenere - illecitamente - i contributi per le calamità naturali bisognava votarsi a qualche santo, sia alla Provincia sia alla Regione. «Santi» che - secondo le prime indiscrezioni trapelate - si sarebbero materializzati in esponenti politici di primo piano nei diversi enti che ora rischiano di finire nel calderone di un ‘inchiesta che conta già ventonove indagati.
Nulla si sa sui nomi dei politici ma - a quanto pare - alcuni dei beneficiari avrebbe già «raccontato» ai sostituti procuratori Adele Ferraro e Antonio Negro in che modo si potevano accelerare le pratiche e ottenere il denaro.
Milioni di euro - secondo le accuse - elargiti con una leggerezza quanto meno sospetta.
Ad essere al centro dell’inchiesta - come si diceva - sono i risarcimenti per le calamità naturali. Tutto ruota intorno alla
Provincia ma nel discorso sarebbe anche coinvolta la Regione.
I due magistrati inquirenti hanno ipotizzato - per il momento - il reato di truffa ai danni dello Stato per ventinove persone. Si tratta degli imprenditori (alcuni, per la verità, non sarebbero neanche imprenditori) che hanno ricevuto ingenti somme a titolo di risarcimento per i danni legati ad alluvioni e grandinate varie che avrebbero prodotto danni nei loro terreni. Tra loro potrebbe esserci sicuramente qualcuno che ha aveva tutto il diritto a quei risarcimenti. Non tutti però, secondo quanto starebbe emergendo dopo i primi accertamenti.
Sono i finanzieri del nucleo di Polizia tributaria ad indagare su incarico dei due pubblici ministeri. In un primo momento, i militari delle Fiamme gialle si erano recati negli uffici Agricoltura della Provincia per prendere visione dei documenti.
Sembra, però, che il loro lavoro fosse stato in qualche modo ostacolato, nel senso che non si riuscivano a trovare gli atti che interessavano gli investigatori.
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