Mafia
San Severo, La Piccirella resta in carcere
Udienza straordinaria in Corte d’appello per evitare la scarcerazione per decorrenza termini così i giudici hanno accolto la richiesta della Dda di Bari sul boss incontrastato
SAN SEVERO - La sezione feriale della corte d’appello di Bari ha accolto la richiesta del pg Giannicola Sinisi e sospeso i termini di custodia cautelare durante la celebrazione del processo, evitando così la scarcerazione per decorrenza termini del boss Giuseppe Vincenzo La Piccirella, 66 anni, sanseverese detto “il professore”, condannato in primo grado a 30 anni nel processo “Ares” per 29 dei 30 capi d’imputazione contestati: mafia, traffico e spaccio di droga, tentato omicidio, lesioni, armi, estorsioni, furto e ricettazione, reati in molti casi aggravati dalla mafiosità. E’ detenuto per questa vicenda dal 6 giugno 2019 quando l’ordinanza cautelare gli fu notificata in cella perché già arrestato nel novembre 2017 per il racket delle slot-machine: a fine agosto sarebbero scaduti i termini di carcerazione preventiva.
Coimputato di La Piccirella è Giuseppe Spiritoso, 68 anni di Foggia, alias “Papanonno”, nome storico della “Società foggiana”, condannato a 11 anni per 3 imputazioni di spaccio: è a piede libero per questa vicenda, ma è detenuto dal 30 novembre 2018 perché sconta 14 anni e 6 mesi per mafia e estorsione in “Decimazione” (pende il ricorso in Cassazione), ed è in attesa di giudizio per traffico di droga aggravato dalla mafiosità nel maxi-processo “Game Over”. La Piccirella detenuto a Lanciano e Spiritoso rinchiuso a Tolmezzo ieri hanno assistito all’udienza in videoconferenza.
Per evitare che La Piccirella tornasse libero, il processo d’appello inizialmente fissato per il 4 ottobre è stato anticipato con la fissazione dell’udienza straordinaria. Il pg ha motivato la richiesta di sospensione dei termini di custodia cautelare per la complessità del processo; gli avv. Luigi Marinelli e Giangregorio De Pascalis difensori del sanseverese si sono opposti; i giudici hanno accolto la richiesta del pg e rinviato la causa al 4 ottobre, data inizialmente fissata per il processo-bis e riconfermata ieri perché i giudici hanno accolto l’istanza dei legali (Spiritoso è difeso dall’avv. Carlo Mari) dichiarando la nullità della notifica del decreto di anticipazione del processo perché fuori termine essendo stata notificata a imputati e difensori 11 giorni prima dell’udienza: la norma prevede un minimo di 12 giorni.
La Piccirella e Spiritoso sono gli ultimi 2 imputati in attesa di giudizio dell’inchiesta Ares di Dda e Polizia sfociata nel blitz del 6 giugno 2019 con 52 arresti. L’indagine certificò per la prima volta l’autonomia della mafia sanseverese sino ad allora costola della “Società foggiana”, con cui continua a mantenere contatti: il clan La Piccirella è alleato storico del gruppo Moretti. L’accusa sulla scorte di 3 pentiti e intercettazioni parla di 2 clan egemoni su San Severo e dediti al narcotraffico: il gruppo La Piccirella-Testa che, attivo anche nel racket, imponeva agli spacciatori di rifornirsi dal clan o di versare una percentuale sui guadagni; la batteria Nardino che acquistava cocaina da Olanda, Germania, Campania. A fronte di 43 imputati per 90 capi d’imputazione per i quali fu chiesto il rinvio a giudizio, al momento si contano 5 assoluzioni; 2 patteggiamenti; 34 condanne definitive per chi scelse il giudizio abbreviato; processo pendente per La Piccirella e Spiritoso.
Evitato al momento il rischio scarcerazione di La Piccirella, la questione si riproporrà in caso di condanna anche in appello. I termini massimi di custodia cautelare preventiva sono di 6 anni entro i quali si deve arrivare a sentenza definitiva: scadranno a giugno 2025 essendo La Piccirella detenuto per Ares dal giorno del blitz, 6 giugno 2019. Ci sono voluti 2 anni (ottobre 2020/settembre 2022) per celebrare il processo di primo grado con sentenza del Tribunale di Foggia il 29 settembre 2022; e altri 2 anni per fissare il processo-bis. In caso di conferma della colpevolezza del boss, la corte d’appello dovrà depositare in tempi rapidi le motivazioni perché la difesa farà ricorso in Cassazione che avrà tempi stretti per fissare l’udienza e decidere entro il prossimo giugno.