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Foggia, dai lanciarazzi alle pistole: nel box una fabbrica per modificare armi

 
Redazione Foggia

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Foggia, dai lanciarazzi alle pistole: nel box una fabbrica per modificare armi

Nell’ordinanza di custodia cautelare si sottolinea la perizia con cui venivano rettificati i pezzi da rivendere sul mercato

Giovedì 05 Ottobre 2023, 11:59

06 Novembre 2024, 19:51

FOGGIA - Dalle “lanciarazzi” innocue alle pistole modificate per renderle letali e rivenderle: così la… fabbrica illegale di armi nella ricostruzione dell’accusa. Dieci dei 16 arrestati del blitz del 3 ottobre di Procura e Guardia di Finanza (6 in cella, 10 ai domiciliari) sono coinvolti nel filone principale dell’inchiesta relativo alla fabbricazione/modifica, detenzione, porto illegale e ricettazione di armi. Si tratta di Michele Cappetta, Massimo Natale, Francesco Cascioli, Andrea e Luigi Carella, Marzio Minutella, Marianna Ciasullo, Donato Anzivino, Mario Armando D’Elia e Fabrizio Bevilacqua.

Per il gip Michela Valente che ha firmato le 16 ordinanze cautelari non ci sono “dubbi sulla fabbricazione da parte di Cascioli delle canne che poi Cappetta utilizzava per modificare le pistole originariamente a salve. In tal senso depongono i colloqui intercettati tra i due indagati quando parlavano di pezzi da trovare; di pezzi da ritirare da parte di Cappetta; di un lavoro effettuato relativo a un cannone; di pezzi difficili da costruire”. E ancora: “sono significativi i riferimenti a piccola e grossa, al disegno dei pezzi fornito a Cascioli, ai pezzi da recuperare, ai centimetri e diametro, ai bulloni da modificare, ai problemi legati alla filettatura che alla punta non usciva poco a poco, all’acciaio più potente, a cannone e tubo, alle modalità da adottare nell’apportare le necessarie modifiche, al ferro vecchio arrugginito da cedere per 200 euro”, di cui sono piene le intercettazioni.

Secondo il gip era Cappetta l’esperto che “con sistematicità comprava pistole a salve e le modificava assemblando le canne fornite da Cascioli. Gli acquisti delle pistole a salve avvenivano on line: le riceveva tramite corrieri” (estranei all’inchiesta) “con modalità che creavano apprensione nell’indagato: basti pensare ai timori manifestati sulle modalità di consegna dei pacchi, sulla possibilità che il tabaccaio presso il quale li riceveva” (estraneo all’inchiesta) “potesse aprirli; alla presenza di sbirri nell’esercizio commerciale dove li ritirava”. Tra i presunti clienti di Cappetta l’accusa ritiene ci siano Minutello, D’Elia, Anzivino, Andrea Carella che avrebbero ricevuto pistole modificate.

Cappetta non operava da solo, annota ancora il giudice nelle 133 pagine dell’ordinanza cautelare “perché nella vicenda è coinvolto anche Natale che con cognizione di causa e utilizzando un linguaggio criptico, parlava con Cappetta di ricezione delle pistole con riferimento alle dimensioni (la piccola e la grossa); incontrava più volte a Foggia Cappetta quando quest’ultimo doveva incontrare Cascioli; e con elevatissima probabilità lo accompagnava; era informato da Cappetta sui lavori eseguiti da Cascioli; era aggiornato delle difficoltà incontrate da Cappetta che ritenendo errata la filettatura rifaceva il passo; si informava sui contatti e l’incontro dopo l’assemblaggio con Minutella”, il beneventano accusato di aver ricevuto dai due coindagati una pistola calibro 8 modificata artigianalmente in arma comune da sparo calibro 7.65. Il riferimento è al sequestro del 4 aprile 2022 quando i finanzieri bloccarono sulla statale 90 un’auto con a bordo Minutella e un secondo uomo che fu arrestato in flagranza perché nella cintola aveva una pistola. Anche Mariana Ciasullo, compagna di Cappetta, “appare coinvolta nelle attività delinquenziali del convivente. Ci sono intercettazioni del 23 marzo 2022 in cui l’uomo chiese alla donna di raggiungerlo a Foggia dopo aver preso i percussori in quanto avrebbe dovuto fare una cosa di soldi”

Tra gli elementi d’accusa ci sono le consulenze balistiche sulle armi sequestrate durante le indagini, come quella trovata il 4 aprile 2022 in occasione dell’arresto in flagranza. “E’ una pistola a salve” la relazione dell’esperto “classificata originariamente come strumento per segnalazioni acustiche, modificata in arma comune da sparo mediante intubazione della canna al fine di utilizzare munizioni calibro 7.65”.

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