Nel Foggiano
Femminicidio Apricena: voleva lasciare il marito la donna uccisa in casa per gelosia
Domani il presunto omicida sarà ascoltato dal gip per la convalida del fermo e per fornire la sua versione dei fatti
FOGGIA - Pare volesse lasciare il marito e con le figlie tornare dai suoi familiari a Cerignola. Quella vita fatta di pressioni e continui litigi forse non piaceva più a Giovanna Frino, 44 anni, la donna uccisa con due colpi di pistola da Angelo Di Lella, 56enne, suo compagno di vita e padre delle tre figlie della coppia. A parlarne sono amiche della donna vittima del femminicidio, il primo in provincia di Foggia dall’inizio dell’anno (15esimo omicidio con 16 vittime del 2022).
È una nuova e importante chiave di lettura che ovviamente deve trovare riscontro nel lavoro e nelle indagini degli investigatori coordinati dalla Procura della repubblica presso il Tribunale di Foggia. Di Lella è ora rinchiuso in carcere a Foggia e, nelle prossime ore, sarà ascoltato dal Gip per la convalida del fermo e per fornire la sua versione dei fatti. L’indagato, difeso dall’avvocato Pasquale Solimando, era in uno stato confusionale al momento dell’arresto ma pochi minuti prima dell’arrivo del «118» era uscito sul balcone per chiedere aiuto mentre il corpo della moglie giaceva esanime nella cucina dell’appartamento al primo piano di via Saragat 2. In quel momento in casa si trovava la seconda figlia della coppia, una 17enne, allettata perché alle prese con l’influenza. Subito dopo l’arrivo dei carabinieri è stata ospitata da alcuni amici di famiglia che abitano nei paraggi del luogo della tragedia. L’altra figlia, di 7 anni, era a scuola, mentre la più grande, una ventenne, è studentessa universitaria a Firenze.
Una famiglia come tante, con i problemi di tante famiglie. Con il marito (ex guardia giurata) che, nel 2017, resta senza lavoro) e con la donna costretta a lavorare in un bar del centro e a racimolare altri soldi con lavori presso alcune famiglie. Una situazione non facile da gestire per la vittima e per le tre ragazze. Da corollario, il marito Angelo impegnato saltuariamente come operaio in una ditta di trasporti. Una situazione che, a quanto sembra, non rendeva felice nemmeno l’uomo che, sabato, mattina, avrebbe impugnato la pistola calibro 9 pare regolarmente detenuta ed esploso tre colpi all’indirizzo della donna, due dei quali l’hanno colpita mortalmente al torace non lasciandole nessuna possibilità. Nelle prossime ore, il pubblico ministero affiderà l’incarico al perito affinché venga eseguita l’autopsia sul corpo della donna.