SAN SEVERO - «Non chiediamo vendetta, vogliamo solo giustizia e che l’assassino di Francesco Pio torni in carcere». E’ l’appello disperato di Teresa e Americo D’Augelli, genitori del 17enne ucciso con una coltellata ad un fianco il 18 luglio scorso a San Severo (Foggia) da un 16enne. Quest’ultimo, accusato di omicidio preterintenzionale - accusa così qualificata dal Tribunale del Riesame da quella originaria di omicidio volontario - è stato scarcerato il 21 ottobre per scadenza dei termini di custodia cautelare.
Contro questa decisione la Procura per i minorenni ha fatto ricorso (l'udienza è fissata per il 9 novembre) ritenendo che i termini di custodia cautelare sono di sei mesi perché il reato contestato è quello di omicidio volontario e che la decisione del Riesame, in questa fase, non è vincolante. «Non è possibile vedere l’assassino di mio figlio libero - dice Teresa -. Nella notte di Halloween mi hanno riferito che era in discoteca. Pensate al dolore di una mamma che vede l’assassino del proprio figlio divertirsi, mentre Francesco Pio non c'è più». Il delitto risale alla sera del 18 luglio scorso quando Francesco Pio D’Augelli incontrò quello che credeva potesse essere il suo rivale in amore. Francesco chiese spiegazioni su uno scambio di messaggi tra il ragazzino e la sua fidanzata avvenuto qualche mese prima sui social. I toni però si scaldarono. Francesco colpì con due schiaffi il 16enne e quest’ultimo estrasse un coltello e lo ferì al fianco, provocandone il decesso. Il 16enne sostiene di non aver avuto alcuna intenzione di uccidere il 'rivale' ma di averlo solo voluto allontanare.
«Pregavo sulla tomba di mio figlio quando mi ha chiamato il nostro avvocato per comunicarci che l’assassino di Francesco era tornato libero». In poche parole il dolore profondo di Teresa e Americo, genitori di Francesco Pio d’Augelli, il 17enne accoltellato a morte la sera del 18 luglio scorso da un 16enne a San Severo. Il minore si è costituito il giorno seguente. E’ stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario, poi derubricato con una sentenza del tribunale della libertà di Bari del 6 settembre in omicidio preterintenzionale.
Lo scorso 21 ottobre il 16enne è stato scarcerato per decorrenza dei termini di detenzione preventiva di tre mesi. Il pubblico ministero del tribunale per i minorenni si è opposto alla decisione del Gip presentando ricorso in appello. L’udienza è stata fissata per il prossimo 9 novembre.
«Mio figlio è morto mentre il suo assassino è libero di andare in discoteca, di postare foto e video sui social. Per una mamma è una sofferta immane», dice Teresa - I due genitori non riescono a darsi pace: «Noi non chiediamo vendetta, noi chiediamo giustizia. Vogliamo solo che il 16enne torni in carcere». L’omicidio è avvenuto per motivi passionali. Il 17enne era geloso di alcuni messaggi che la sua fidanzata si era scambiata tre mesi prima del delitto con il 16enne sui social. Il 18 luglio Francesco Pio ha chiamato al telefono quello che riteneva essere il suo rivale in amore per fissare un appuntamento. Il 17enne è arrivato solo mentre il 16enne in compagnia di un amico. I due hanno iniziato a litigare. Francesco ha colpito al volto il 16enne. Quest’ultimo però improvvisamente ha estratto un coltello acquistato online e lo ha brandito verso la vittima colpendola al fianco - a suo dire - inavvertitamente. Poi è fuggito via. A quel punto ha videochiamato il fratello di Francesco dicendogli, «ho accoltellato tuo fratello. Portalo in ospedale». Il 16enne ha sempre sostenuto di non avuto intenzione di ucciderlo ma di aver impugnato il coltello solo per allontanarlo. Intano nel giorno della commemorazione dei defunti la famiglia D’Augelli ha subito anche il furto di alcuni oggetti che gli stessi genitori avevano lasciato sulla lapide del figlio.