LA MOBILITAZIONE
Parte da Foggia la rivolta dei «padroncini»: c'è il rischio degli scaffali vuoti
Il portavoce degli autotrasportatori: «Siamo pronti a fermarci, il caro-gasolio è insostenibile»
FOGGIA - Tra qualche giorno supermercati e mercati cittadini di Puglia potrebbero apparire spogli, senza più provviste alimentari. I camionisti alzano il fronte contro il caro-gasolio, vogliono un tavolo tecnico con il governo e resteranno in attesa di risposta nei tre presidi montati da sabato sulle aree di servizio lungo la statale 16 in Capitanata fino al 23 febbraio. Ma intanto cominciano a fermare il flusso degli approvvigionamenti. «Sono con noi il 90% degli autotrasportatori foggiani - dice il portavoce Enrico Petronzi - i titolari di Tir si stanno organizzando in tutta la Puglia e domani (oggi: ndr) ci saranno presidi anche in Sicilia. I costi sono diventati insostenibili, il caro-gasolio è solo l’ultimo dei guai: la manutenzione delle macchine nuove ci costa il doppio di quelle vecchie».
Petronzi è un padroncino di San Paolo di Civitate che spende per ciascuno dei suoi quattro Tir da Nord a Sud della penisola «1200 euro per un pieno di gasolio a viaggio, prima ne occorrevano 800-900». L’aumento dei prezzi delle materie prime ha fatto esplodere la spesa per la manutenzione dei mezzi: «Gli additivi che ci obbligano a comprare costano fino a 1000 euro compreso Iva, noi ne spendevamo 370. La sanificazione delle celle frigorifero è passata da 100 a 160 euro a lavaggio ed è obbligatoria, senza quella certificazione non si consegna. Il prezzo di un pneumatico è aumentato da 400 a 620 euro, in totale dobbiamo fronteggiare aumenti del 40-50% e abbiamo bruciato anche il leggero ritocco del 12% che i committenti ci avevano riconosciuto qualche mese fa». Ieri pomeriggio la gran parte dei camionisti foggiani si è radunata nel piazzale dell’area di servizio “La Torre”, sulla San Severo-Termoli. «Il governo non capisce la gravità del problema - aggiunge Salvatore Palma - senza risposte entro il 23 saliremo noi a Roma».